Adda, torna a salire la febbre dell’oro
Cercatori a caccia di pepite e pagliuzze

Nella zona dell’Adda durante l’estate si è assistito al ritorno dei cercatori d’oro. Armati della classica «padella» in zone poco frequentate, sono stati visti mentre setacciavano il greto del fiume alla ricerca di pagliuzze d’oro o pepite.

A loro si sono aggiunti altri «cacciatori», armati però di metal detector per individuare monete o metalli nella zona archeologica della Madonna della Rocchetta o lungo l’alzaia. Le ricerche sulle sponde dell’Adda, in particolar modo nella zona di Medolago, sono state favorite dal basso livello del fiume.

I cercatori d’oro arrivano presto il mattino e raggiungono quasi furtivamente le sponde dell’Adda in territorio di Medolago, cercando luoghi appartati. Una volta posizionati prendono la loro batea (termine tecnico della «padella» usata dai cercatori) e la immergono nell’acqua dell’Adda iniziando a setacciare il greto, e poi con la canaletta (attrezzo di legno scanalato) iniziano a filtrare il materiale alla ricerca di qualche pagliuzza d’oro. Un lavoro pesante, ma alla fine di una giornata trascorsa all’aria aperta, a volte i risultati arrivano.

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