Bergonzo, la villa non si abbatte
Ma l’edificio sarà in parte stravolto

La villa del Bergonzo in via Diaz non sarà abbattuta, ma stravolta. Dopo la campagna di tre anni fa per salvare l’edificio progettato negli anni Quaranta dall’architetto Alziro Bergonzo, le ruspe hanno iniziato i lavori.

La villa del Bergonzo in via Diaz non sarà abbattuta, ma stravolta. Dopo la campagna di tre anni fa per salvare l’edificio progettato negli anni Quaranta dall’architetto Alziro Bergonzo, le ruspe hanno iniziato i lavori. Solo la parte antistante, individuata come rilevante dal punto di vista storico-architettonico, non sarà toccata. Sopra, dentro e intorno, però, cambierà tutto.

«Per ora hanno svuotato l’edificio, tagliato piante del giardino, demolito l’interno. Dal rendering esposto, si vede come sopra la villa del Bergonzo poggerà una sorta di parallelepipedo ruotato di circa trenta gradi rispetto alla base. Visivamente sembra un cappello messo di sbieco sul volume originale», spiega Paola Morganti, consigliere di Italia Nostra, l’associazione che nel 2011 si batté contro la demolizione dell’edificio.

Bergonzo è uno dei più importanti architetti bergamaschi del Novecento, in città ha progettato la piazza e la Casa della Libertà alla fine degli anni Trenta, ma anche la Torre dei Venti e la sede delle industrie Reggiani. La villa di marmo bianco all’incrocio fra via Diaz e via Cadorna, disabitata da anni, è l’unico edificio residenziale progettato dall’architetto a Bergamo.

Spiega l’architetto Claudia Maria Peretti, presidente della sezione di Bergamo di Italia Nostra: «Non era un edificio vincolato a tutti gli effetti, quindi la possibilità che succedesse una cosa simile era purtroppo contemplata. Do per scontato che ci sia un atto formale di concessione edilizia e quindi, da un punto di vista giuridico, non c’è nulla da fare. Purtroppo, in mancanza di una sensibilità culturale diversa, sarà un altro edificio tra quelli che perdiamo».

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