Brebemi, il caffè a Caravaggio
Saranno due le stazioni di servizio

È scattata l’ora delle aree di servizio. Aperta al traffico la A35, la Brebemi spa da questa settimana si concentrerà su come dotare al più presto l’autostrada di spazi dove potersi fermare a fare rifornimento oppure mangiare un panino e bere un caffè.

È scattata l’ora delle aree di servizio. Aperta al traffico la A35, la Brebemi spa da questa settimana si concentrerà su come dotare al più presto l’autostrada di spazi dove potersi fermare a fare rifornimento oppure mangiare un panino e bere un caffè.

Le prime due aree di servizio della Brebemi verranno realizzate a Caravaggio. Saranno collocate a nord e sud del tracciato autostradale e avranno i nomi Adda nord e Adda sud.

La loro particolarità è che al loro interno dovranno essere previsti spazi dove potranno essere venduti prodotti alimentari e agricoli tipici locali; e poi vetrine espositive o dispositivi audio-video per la promozione delle ricchezze naturalistiche, storiche e architettoniche della Bassa.

È stato lo steso Cipe (comitato interministeriale per la programmazione economica) a dare questa disposizione che quindi dovrà essere rispettata. Prima però la Brebemi spa dovrà procedere all’assegnazione a privati della gestione dei servizi previsti nelle aree di servizio. Nell’Adda sud la ristorazione e le attività commerciali sono state assegnate alla società Autogrill spa alla quale, però, Brebemi spa ha chiesto di attendere per la firma del contratto. Il motivo è che la società dovrà procedere, all’inizio di questa settimana, al vaglio delle offerte commerciali che sono arrivate nei suoi uffici di Brescia da parte di operatori commerciali interessati ad assumere la gestione del servizio di ristorazione e delle attività commerciali nell’Adda nord. E poi della distribuzione di carburante sia in Adda nord che in Adda sud per la cui gestione risulta che sono state presentate dieci offerte commerciali dalla principali compagnie petrolifere.

Leggi le due pagine dedicate all’argomento su L’Eco di Bergamo del 28 luglio

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