Cà san Marco, Bossi alla Lega: «Federalismo per vie democratiche»

Dal rifugio bergamasco di Cà San Marco, dove un tempo correva il confine tra il territorio lombardo e quello della Serenissima Repubblica di Venezia, la Lega rilancia la sua battaglia federalista. E lo fa con il leader Umberto Bossi che invita a «seguire strade democratiche senza scorciatoie» e a credere agli obiettivi della Lega, raggiungibili grazie all’impegno «a fianco della gente», sul territorio. Roberto Calderoli, a fianco di Bossi, rincara la dose: no a riforme dall’alto, «romane», ma partenza «dal basso», a cominciare dalle Regioni amministrate dalla Lega, Lombardia e Veneto.A Cà san marco, con Bossi e Calderoli sono arrivati i segretari nazionali leghisti del Veneto, Giampaolo Gobbo, e del Piemonte, Roberto Cota, oltre che parlamentari, amministratori leghisti e qualche migliaio di militanti. Bossi ha insistito sulle «vie democratiche» e calderoli ha spiegato: «La Lega si rimette la camicia verde, sulla strada, dalla parte della gente e, come ha sottolineato Bossi, lo farà seguendo le vie democratiche e senza cercare scorciatoie».  Parte subito la prima battaglia: una raccolta di firme per un referendum abrogativo nel caso passasse la riforma voluta dal governo Prodi per concedere la cittadinanza in cinque anni agli extracomunitari. Prossimamente, poi, verranno organizzate diverse manifestazioni.(27/08/2006)

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