Caso turbante, «il basket deve includere»
Arbitro nel giusto, ma forse troppo rigido?

Continua la polemica su quanto accaduto durante il campionato provinciale di basket under 17, a Villongo. L’arbitro ha rispettato le regole, ma il basket «deve includere, non escludere». Cosa ne pensi?

«Il nostro giocatore scende in campo con il turbante da cinque anni e nessuno aveva mai avuto da ridire. Non era mai successo prima e speriamo che non succeda più». Riccardo Paris, responsabile del settore giovanile del Villongo, commenta così la decisione dell’arbitro che sabato scorso ha impedito a un sedicenne indiano di disputare la sfida del campionato provinciale di basket under 17 contro il Presezzo perché il suo copricapo era «contro il regolamento».

«Ho girato all’arbitro un articolo in cui si spiega che la Fiba ha autorizzato l’uso di copricapi religiosi tra dilettanti e giovani, proprio per incentivare il basket - continua Paris - Poi gli ho anche scritto che è bene distinguere tra professionisti superpagati e giovani che pagano per giocare. Il regolamento va interpretato con intelligenza, altrimenti si rischia di rovinare lo sport».

Infatti Il regolamento della Fiba (International Basket Federation) spiega: dall’estate scorsa tutti i copricapi superiori ai 5 cm sono proibiti. L’arbitro quindi ha applicato alla lettera il regolamento.

Ma S.S., studente indiano di religione sikh, ha preso male la decisione. Al momento della palla a due si è sentito dire che non poteva giocare con il turbante, impostogli dalla sua religione, e ha lasciato il parquet piangendo. L’allenatore ha subito informato Paris, che ha dato l’ordine di ritirarsi dalla gara. Il Presezzo si è detto d’accordo e dopo il secondo quarto tutti i giocatori sono rimasti seduti in panchina. L’arbitro ne ha preso atto e se ne è andato. La gara è poi continuata in modo amichevole: S.S. non voleva saperne di rientrare, ma compagni, avversari e tifosi lo hanno convinto. Alla fine ha giocato e ha pure segnato qualche canestro. Ora il giudice sportivo deciderà se dare la sconfitta a tavolino al Villongo, che peraltro stava perdendo. «Speriamo che il giudice decida con il buonsenso che è mancato in precedenza» ha tagliato corto Germano Foglieni, responsabile dell’ufficio gare della Fip bergamasca.

«Purtroppo è capitato un arbitro molto attento ai cavilli - ha spiegato Foglieni - Lo sport non deve escludere, ma allargare al massimo la partecipazione. Tutto dipende dalla sensibilità del direttore di gara: un principio che purtroppo non può essere codificato».

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