Concluso il Giro di Lombardia
Vince l’irlandese Daniel Martin

L’irlandese Daniel Martin ha vinto per leggero distacco la 108ª edizione del Giro di Lombardia, la corsa delle foglie morte che mette fine alla stagione delle grandi classiche

La gara si è disputata quest’anno su un percorso inedito di 254 chilometri, con oltre 3.000 metri di dislivello, tra Como e Bergamo con arrivo in piazza Matteotti nel cuore della nostra città. Il 28enne corridore della Garmin-Sharp succede nell’albo d’oro allo spagnolo Joaquin Rodriguez (Katusha), che si era imposto nelle ultime due edizioni.

Alle spalle di Martin, che al Lombardia fu secondo nel 2011 e quarto lo scorso anno, si piazza con 1” di ritardo lo spagnolo Alejandro Valverde (Movistar), che nello sprint dei battuti relega al terzo posto il portoghese e iridato nel 2013 Rui Costa (Lampre-Merida). Quarto il belga Tim Wellens (Lotto-Belisol), che aveva provato l'assolo sul pavè di Bergamo Alta, laddove si era messo in evidenza anche il sardo Fabio Aru (Astana), alla fine nono e ultimo del lotto dei «big» che si sono disputati il successo.

Martin ha colto l'attimo a circa 700 metri dal traguardo, approfittando di un'esitazione degli altri battistrada e soprattutto dei due Bmc, lo spagnolo Samuel Sanchez (quinto) ed il belga Philippe Gilbert (settimo), incapaci di un gioco di squadra che avrebbe messo in difficoltà i nove avvantaggiatisi sull'ultimo strappo di giornata. Tra questi, lo svizzero Michael Albasini (Orica-GreenEdge), sesto, e lo spagnolo Joaquin Rodriguez (Katusha), nono, che fallisce così l'assalto alla tripletta.

Il resto del gruppo, giunto a 14”, veniva regolato da Rinaldo Nocentini (Ag2r), dopo che una maxi-caduta aveva messo fuori causa, tra gli altri, Rosa, Visconti, Pellizotti e Contador. Per Martin si tratta della seconda classica monumento in carriera dopo la Liegi-Bastogne-Liegi del 2013, trionfo che quest'anno non aveva potuto difendere per una scivolata all'ultima curva.

La corsa ha offerto subito ritmi serrati, con una fuga a undici dopo 48 chilometri (Gavazzi transita per primo sul Ghisallo) che raggiunge quasi 8' di margine dal plotone. Strada facendo, davanti rimangono in tre: Paulinho, Fedi e Polanc. Il tentativo si esaurisce ai -20, Weening ed Hermans tentano l'impossibile, raggiunti da Konig ma i pretendenti al successo non mollano, sono all'epilogo di Bergamo, al quale manca solo il polacco Kwiatkowski, neo campione del mondo messo ko dai crampi.

«È incredibile, quest'anno ho avuto tante disavventure, tra cadute e sfortuna...». Martin quasi fatica a rendersi conto dell'impresa compiuta: la vittoria per leggero distacco del Lombardia 2014, la sua seconda classica monumento messa in bacheca dopo la Liegi-Bastogne-Liegi del 2013. «Amo questa corsa - spiega il 28enne irlandese della Garmin-Sharp ai microfoni di Raisport -. Volevo attaccare in salita ma era troppo stretto, ho visto che nel finale c'erano anche Gilbet e Albasini, che in volata sono più veloci di me e ho allungato».

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