Covid in Italia: 4.061 nuovi casi e 63 morti. Il tasso di positività all’1,3%, crollano le vaccinazioni

I dati diffusi giovedì 23 settembre: in calo ricoveri e intensive.

Sono 4.061 i positivi ai test Covid individuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute diffusi giovedì 23 settembre. Ieri erano stati 3.970. Sono invece 63 le vittime in un giorno (ieri erano state 67).

Sono 321.554 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia: ieri erano stati 292.872. Il tasso di positività è dell’1,3%, in lieve calo rispetto all’1,4% di ieri. Dall’inizio della pandemia i casi sono 4.649.906, i morti 130.551. I dimessi e i guariti sono invece 4.414.272, con un incremento di 5.466 rispetto a ieri, mentre gli attualmente positivi sono 105.083, con un calo di 1.476 casi nelle ultime 24 ore.

Sono 505 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid in Italia, in calo di 11 rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri, sempre secondo i dati del ministero della Salute, sono 30 (ieri erano 40). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 3.650, 146 meno di ieri.

I dati della Fondazione Gimbe

A fronte di scorte che superano le 10 milioni di dosi, crollano i nuovi vaccinati, che in sole due settimane vedono una riduzione del 41% con solo poco più di 486.000 prime dosi effettuate dal 15 al 21 settembre.

L’esitazione vaccinale persiste negli over 50 e frena la vaccinazione nella fascia 12-19 anni. Lo evidenzia il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe.

Continuano a calare i casi di Covid-19, segnando un -14,9% in una settimana, così come calano ulteriormente ricoveri e terapie intensive. Mentre si mantengono stabili i decessi di persone infettate dal Sars-Cov-2, pari a 394 in una settimana (di cui 33 riferiti a periodi precedenti). Lo evidenzia il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe relativo al periodo 15-21 settembre, che ribadisce però preoccupazioni per la ripresa del nuovo anno scolastico, considerato che “con la variante delta le attuali misure risultano insufficienti a limitare i contagi”.

La circolare del ministero della Salute per gli operatori sanitari

La vaccinazione anti-Covid degli operatori sanitari è un “requisito imprescindibile per svolgere l’attività professionale”: deve sussistere inizialmente, ai fini delle nuove iscrizioni all’albo, e deve permanere nel tempo, pena la sospensione dall’esercizio della professione. Pertanto, la sospensione ex lege dall’esercizio dell’attività professionale per la mancata vaccinazione non può che considerarsi come sospensione tout court, e non limitata alle attività a contatto con le persone. A chiarirlo è il ministero della Salute in una circolare che oggi la Federazione degli Ordini dei Medici ha diffuso ai 106 Ordini territoriali.

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