Due anni fa, Maurizio Martina ministro
«Vi dico che il governo arriverà in fondo»

Maurizio Martina, titolare delle Politiche agricole: Expo momento indimenticabile.

«Se mi ricordo quella sera? E come faccio a dimenticarla...». Era il 21 febbraio 2014: «Centro Congressi Giovanni XXIII», convegno su Expo. «Vabbè, lo ammetto, in quei momenti nella roulette dei ministeri sono passate diverse ipotesi». Ad un certo punto sul display dello smartphone era apparso un sms di Lorenzo Guerini che aveva abbastanza agitato Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole made in Bergamo: agricoltura, ambiente o sviluppo economico? Alla fine però la scelta di Matteo Renzi è caduta sulla prima casella «e penso che in questi due anni di lavoro ho dato davvero il massimo...»

Il giorno dopo, il 22 febbraio 2014, il giuramento al Quirinale: «Momento indimenticabile, l’emozione più grossa. Ricordo tutto secondo per secondo da quel momento al Centro Congressi fino al giuramento: sono passati 24 mesi ma per quello che ho vissuto mi sembrano 20 anni. Per me il bilancio è sicuramente positivo, una bellissima esperienza: una vera palestra di lavoro e di vita». Con il semestre di presidenza europea «e L’Expo, l’esperienza decisamente più forte con tutta la sua complessità e le soddisfazioni».

E di quei sei mesi milanesi Martina non ricorda tanto l’inaugurazione «quanto la festa finale: la conferma che ce l’avevamo fatta davvero. E non era scontato». Sei mesi a 200 all’ora «con in mezzo tante istantanee: i grandi Capi di Stato, l’incontro con Bono, momenti di discussione vera. Ma fuori dall’Expo ricordo l’emozionante dialogo con Papa Francesco all’ultima assemblea della Fao... indimenticabile».

Ma non sono mancati i momenti brutti o di sconforto: «Capitano quando ti accorgi che non sei riuscito a fare tutto quello che vorresti, nel mio caso con gli agricoltori e le loro richieste decisamente delicate sul piano finanziario ed economico. Lì qualche domanda te la fai, ma non demordo». E nemmeno si pente della scelta fatta due anni fa: «Mai, è stato un onore: questa è una straordinaria palestra di vita, politica e non solo». Che per Martina deve continuare fino a scadenza naturale: «Vi dico di sì, lo penso proprio. Sono un ottimista con i piedi per terra. Credo che sia fondamentale continuare nella nostra azione di stabilità e riforme, e questo è possibile farlo solo nell’arco di un mandato. L’accelerazione dell’agenda del governo è stata impressionante: riforme, scuola, mercato del lavoro. L’Italia era abituata a gestire le cose con una notevole lentezza, e questo era un problema. Certo, le cose da fare sono ancora tante, ma il bilancio è positivo».

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