È morto Joaquin Navarro Valls
Addio allo storico portavoce di Woytjla

«Joaquin Navarro Valls ha incarnato ciò che Ernest Hemingway definiva coraggio: la grazia sotto pressione». Così Greg Burke, direttore della Sala Stampa Vaticana ricorda il suo illustre collega.

È morto Joaquin Navarro Valls, storico portavoce del Papa Giovanni Paolo II. L’80enne medico e giornalista spagnolo è stato direttore della sala stampa vaticana dal 1984 al 2006.

Il giornalista è stato per oltre vent’anni la «voce» del Papa. Prima medico, poi giornalista, fu chiamato nel 1984 dal Papa polacco a rivestire un compito che si rivelò un ruolo chiave del pontificato, quello della comunicazione, del rapporto con i media, che fu modernizzato, rivoluzionato, proprio dal pontefice venuto «da una Paese lontano». Sempre accanto a Wojtyla al quale lo legava uno strettissimo rapporto di fiducia e di amicizia. Indimenticabili le sue lacrime davanti ai giornalisti di tutto il mondo il giorno in cui riferì dell’ultimo bollettino medico di un Papa ormai agonizzante che sarebbe infatti morto di lì a poche ore.

Joaquin Navarro Valls, 80 anni compiuti lo scorso novembre, è morto oggi. Era da tempo malato. A diffondere la notizia è stata la Sala Stampa Vaticana che lui aveva diretto per quasi un quarto di secolo, prima con Papa Giovanni Paolo II e per un breve periodo, prima dell’arrivo del gesuita padre Federico Lombardi, anche con Papa Benedetto XVI. «Joaquin Navarro. Rip.

La grazia sotto pressione», ha twittato in inglese l’attuale direttore della Sala Stampa Vaticana, Greg Burke, che subito dopo ha diffuso un secondo tweet, «Joaquin Navarro. 1936-2017.

Continua a sorridere», cui è allegata una foto dell’ex portavoce vaticano sorridente insieme a Papa Giovanni Paolo II. Una scena di complicità e allegria che si ripeteva ogni volta che il pontefice dialogava con i giornalisti, soprattutto su quei voli che lo hanno portato nei quattro angoli del pianeta.

L’approdo in Vaticano è datato 1984, quando Wojtyla lo strappò al quotidiano Abc, di cui era corrispondente in Italia.

”Ma come si fa dire di no a un Papa?» ricordò in seguito lo stesso Navarro. La sua giornata di lavoro, soprattutto all’ inizio, non conosceva tregua: «Sono in contatto con tutto il mondo 24 ore su 24 - amava raccontare -. Di giorno mi chiamano da Europa e Africa, di sera e di notte dall’America, prima dell’alba da Giappone e Asia». Ma non era solo l’intermediario tra il Vaticano e i giornalisti: era uno dei più stretti collaboratori del Papa, anche un consigliere. Navarro Valls era nato a Cartagena, in Spagna, il 16 novembre 1936. Studiò presso l’Università di Granada, ottenendo una laurea in Medicina e Chirurgia nel 1961. Altre lauree ad honorem gli sono arrivate nel corso degli anni, così come riconoscimenti in Giornalismo e in Scienze delle Comunicazioni, nonché un master ad Harvard in psicologia. Poliglotta, appassionato di sport, fece parte dell’Opus Dei da quando, da ragazzo, incontrò il fondatore Josemaria Escrivà de Balaguer. Un incontro che risultò decisivo per la sua vita. Almeno il primo: poi quello con Wojtyla che segnò definitivamente la sua vita.

«Ho conosciuto Navarro quando lavoravo a Time e la rivista nominò Giovanni Paolo II Uomo dell’anno - racconta Burke -. Mi aspettavo di trovare un uomo di fede, ma trovai un uomo di fede che era allo stesso tempo un professionista di prim’ordine. Navarro era stato corrispondente prima di arrivare in Vaticano, e i suoi colleghi di tutto il mondo riconobbero in modo chiaro i suoi meriti, eleggendolo presidente della Stampa Estera a Roma».

«Ricordo - aggiunge il direttore della Sala Stampa Vaticana - di aver osservato Navarro da vicino al Cairo durante la Conferenza dell’Onu sulla Popolazione - uno degli esempi migliori di ciò che Papa Francesco definisce ”colonizzazione ideologica”. E’ stato affascinante vedere qualcuno che difendeva la fede, ma lui non era sulla difensiva. Era lui a condurre la lotta».

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