Eclissi totale di sole, online sulla Nasa
A noi restano «solo» le palle di fuoco

C’è attesa per l’eclissi totale di Sole che si verificherà nella notte tra martedì 8 e mercoledì 9 marzo, l’unica di quest’anno. Lo spettacolo, completamente visibile a occhio nudo solo dall’Oceano Pacifico, entrerà nel vivo poco prima delle 3,00 (ora italiana), quando il disco solare verrà oscurato completamente per 4 minuti dal transito della «super luna nera».

Sebbene si stiano organizzando numerose iniziative sul web per seguire l’evento in diretta, molti appassionati e astronomi (anche italiani) si stanno già recando nelle isole dell’Indonesia e della Micronesia per vederlo dal vivo, e studiare così nel dettaglio l’atmosfera solare.

«Sarà l’unica eclissi totale del 2016» spiega l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope. «Si verificherà con la complicità della prima “super luna” dell’anno, una luna nuova che si troverà vicina al punto di minima distanza dalla Terra: per questo il suo disco apparirà più grande e agevolerà l’eclissi, oscurando meglio il Sole» spiega ancora Masi.

Nel punto di migliore visibilità, a est dell’Indonesia nell’Oceano Pacifico, lo spettacolo culminerà alle 2:58 (ora italiana). L’eclissi sarà invece parziale per gli osservatori che la guarderanno dal nord dell’Australia, dall’Asia orientale e dall’Alaska.

La Nasa offrirà una diretta sul web a partire dalle 2 di notte, mentre i suoi ricercatori saranno in Indonesia per vincere una sfida contro il tempo: riuscire a studiare la parte più interna dell’atmosfera solare (corona) scattando immagini a raffica in 3 minuti di buio. Un’occasione imperdibile, visto che la prossima eclissi totale sarà il 21 agosto 2017. Chi non ha in tasca un biglietto aereo per l’Indonesia, potrà consolarsi anche in Italia con la caccia alle «palle di fuoco», come quella che ha solcato i cieli della Scozia pochi giorni fa: nelle ultime settimane gli avvistamenti si sono moltiplicati.

Ma cosa sono? «Si tratta di mini asteroidi, grandi pochi metri, che entrano nell’atmosfera terrestre e bruciano, generando una colorata scia luminosa» spiega Ettore Perozzi, del Centro di coordinamento sui Neo (Near Earth Objects) dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). «Sono un evento piuttosto frequente e in genere non pericoloso. È raro che siano così grossi da non disintegrarsi del tutto in atmosfera finendo al suolo come meteoriti: se ne conoscono solo 15 nel mondo che hanno sfondato tetti di case».

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