E’ morto Vittorio Cerea «Re» della cucina e dell’ospitalità

E’ morto nella notte agli Ospedali Riuniti di Bergamo Vittorio Cerea. Il «re» della cucina e dell’ospitalità bergamasca, malato da tempo, si è spento a 69 anni, attorniato dall’affetto della moglie Beruna e dei suoi cinque figli Francesco, Enrico, Roberto, Barbara e Rossella. I funerali si svolgeranno mercoledì 2 novembre alle 10,30 nella chiesa delle Grazie. Cerea, poche settimane fa, aveva lasciato - dopo circa 40 anni - il suo ristorante Da Vittorio, il più celebre di Bergamo, per aprire un nuovo ristorante nel verde della Cantalupa a Brusaporto, assieme al primo relais chateau della Bergamasca. Con la sua numerosa e affiatata famiglia, Vittorio Cerea era un punto di riferimento per i buongustai di mezzo mondo. Le più blasonate guide enogastronomiche hanno sempre reso onore ai meriti della famiglia Cerea premiando il locale di viale Papa Giovanni ed ora di Brusaporto. Era il lontano 1966 quando Vittorio Cerea e la moglie Bruna aprirono il locale in via Papa Giovanni XXIII, a Bergamo portando piatti preparati a livelli di èlite.

Nato nel ’36, Cerea aveva perso il padre pochi anni dopo, durante la guerra. Per dare il suo contributo in famiglia (mamma e cinque fratelli, due scomparsi giovanissimi) aveva iniziato, da bambino, come garzone nella macelleria Selini, in via Paleocapa, a due passi da casa. Dopo un paio di anni ha avuto il primo contatto con il mondo della ristorazione, come piccolo praticante al Nazionale, nel periodo postbellico il miglior ristorante di Bergamo. Giusto il tempo di imparare qualcosa e a dodici anni era già venuto il tempo per le stagioni. E’ stato stato in vari alberghi in Italia e soprattutto in Svizzera. A soli 15 anni aveva abbandonato il lavoro alle dipendenze. La prima attività in proprio era stata l’Orobica, indimenticabile bar caffetteria di Porta Nuova. Quando la licenza del ristorante Roma venne messa in vendita, Cerea lo rilevo. Era l’aprile del 1966 quando nacque Da Vittorio. E da allora è stato tutto un crescendo. Un piacere condiviso anche dalla critica, se già nel ’70 è arrivata la prima stella Michelin. "È stata la più grande soddisfazione della mia vita professionale, insieme alla stima che mi ha sempre dimostrato Luigi Veronelli, per me il più grande critico gastronomico", dirà Cerea. Poi, nel ’96, la seconda stella Michelin, coronamento di un lavoro di squadra, portato avanti prima con il supporto fondamentale della moglie Bruna, e poi con la progressiva responsabilizzazione dei figli.

(31/10/2005)

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