Usuraio con tassi oltre il 100%
Sequestrati i beni anche alla moglie

Ve la ricordate l’operazione della Guardia di Finanza denominata «Cento per Cento»? Era stato arrestato un consulente di Milano che avrebbe guadagnato 240 mila euro con prestiti a tassi usurari.

I militari della Guardia di Finanza appartenenti al Gruppo di Bergamo avevano battezzato l'operazione «Cento per cento», prendendo spunto da quello che – secondo le loro indagini – sarebbe stato il tasso d’interesse annuo applicato nei prestiti ad alcuni imprenditori, da parte di un ingegnere milanese, di professione consulente. Il professionista, A. M., 55 anni, è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari su disposizione del giudice per le indagini preliminari Bianca Maria Bianchi, che ha accolto parzialmente la richiesta del pubblico ministero Fabrizio Gaverini, il quale aveva chiesto la più severa misura della custodia cautelare in carcere.

Eravamo in agosto e ora ci sono aggiornamenti: nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Bergamo ha eseguito un ulteriore provvedimento di sequestro preventivo sul patrimonio dell’ingegnere-consulente milanese. Nei confronti del nucleo familiare dell’usuraio sono state svolte indagini patrimoniali che hanno consentito di rilevare una notevole sproporzione – circa 3 milioni di euro - tra i redditi lecitamente acquisiti e gli incrementi patrimoniali / consumi familiari.

È emerso, infatti, che la famiglia di M.A., pur dichiarando redditi consistenti (dell’ordine di 100 mila euro l’anno), ha condotto un tenore di vita eccessivo rispetto alle proprie capacità economiche, incrementando nel frattempo ulteriormente il proprio patrimonio finanziario ed immobiliare. Da qui il sequestro dei beni mobili ed immobili anche intestati alla moglie dell’indagato.

La Guardia di Finanza di Bergamo ha provveduto pertanto al sequestro di 5 immobili, 2 autoveicoli, conti correnti e depositi titoli per un valore complessivo di oltre un milione di euro.

All’ingegnere sono state nel contempo contestate le violazioni fiscali realizzate attraverso le due società allo stesso riconducibili, recuperando a tassazione costi inesistenti ed iva indetraibile derivati dall’annotazione di 611 fatture per operazioni inesistenti, per un valore di circa 5 milioni di euro.

Le indagini sul conto dell’ingegnere milanese sono scattate a seguito della denuncia di un giovane imprenditore bergamasco, di 28 anni, attivo nel settore dei cosmetici. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti il giovane avrebbe ricevuto da A. M. un prestito in tre tranche da 40 mila euro ciascuna per cercare di risollevare le sorti della sua azienda, ma poi non sarebbe più riuscito a far fronte ai pagamenti. Stando alla sua denuncia, l’ingegnere avrebbe allora chiesto di venire in possesso del 30 per cento delle quote societarie, cosa che avrebbe poi spinto l’imprenditore a salire le scale della Procura.

All’ingegnere arrestato vengono poi contestati altri cinque episodi a danno di altrettante presunte vittime (imprenditori in difficoltà che non riuscivano a ottenere crediti dale banche), collocate fra le province di Milano, Brescia, Como e Venezia, per prestiti complessivi calcolati (sempre stando alle Fiamme Gialle) in 660 mila euro e guadagni stimati per l’ingegnere in 240 mila euro circa, grazie ai tassi di interesse ritenuti usurari, a volte oltre il 100 per cento «e fino a un picco massimo del 182,5».

«Al fine di dare una parvenza legale alle somme che transitavano tra le vittime e il presunto usuraio – recita la nota diffusa dalle Fiamme Gialle – quest’ultimo imputava i movimenti finanziari nella contabilità di due aziende a lui riconducibili, entrambe di Milano, con funzioni di copertura per giustificare i movimenti di denaro connessi ai presunti prestiti usurari e alle restituzioni, attraverso il ricorso ad artifici contabili e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti». Per queste ragioni il pm gli contesta anche reati di natura fiscale.

Su disposizione del gip la Guardia di Finanza aveva anche eseguito a carico dell’indagato il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di un immobile del valore di circa 150 mila euro e di conti correnti per alcune migliaia di euro.

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