Gesso al braccio, chiede l’interrogazione
«Costretto a fare la verifica scritta»

In seconda media, costretto a scrivere con un braccio ingessato. È accaduto alla scuola media Giovanni Pascoli di Curno e il padre dell’alunno ha inviato una lettera di protesta alla dirigente dell’Istituto comprensivo e al Provveditorato.

Il ragazzo si è fratturato ulna e radio del braccio destro a fine agosto ed è stato ingessato dall’ascella alla mano compresa. Il 22 settembre ha tolto il gesso ma la frattura non era calcificata ed è stato nuovamente ingessato. «In ospedale ci hanno raccomandato di evitare soprattutto i movimenti della mano in quanto le eventuali torsioni impediscono la calcificazione stessa» spiega il padre dello studente. Impossibile fare compiti scritti. Ma la docente di geografia «ha imposto il compito scritto a Matteo, nonostante avesse chiesto di poter essere interrogato al posto di fare la verifica». Il dodicenne «non è riuscito a finire ed è tornato a casa con un dolore al braccio». Durante la verifica ha detto che non riusciva a scrivere e la risposta sarebbe stata: «Cosa ci posso fare io?».

Alcune docenti hanno accettato di adattare le modalità di verifica alle condizioni del ragazzo, sostiene sempre il genitore, mentre altre chiedono comunque la prova scritta: «La scuola dovrebbe mostrare un minimo di umanità, che è un valore che i ragazzi dovrebbero imparare» sottolinea nella lettera, aggiungendo poi alcune considerazioni sul fatto che «viene spesso detto che la scuola deve venire incontro ai bisogni degli alunni. Sono solo parole? Mio figlio ha solo un’invalidità temporanea. Cosa succede a chi ha invalidità ben più gravi, se questo è l’atteggiamento?». Il padre di Curno sottolinea anche che «Oggi il ragazzo ha dolore al braccio» e che «se ci saranno ulteriori problemi di calcificazione» riterrà responsabile la scuola. Il genitore assicura che dirà al figlio «di non svolgere altre verifiche scritte, ma di studiare tutte le materie come se dovesse essere sempre interrogato e, se fosse impreparato, accoglierò con serenità qualsiasi voto negativo e prenderò provvedimenti nei suoi confronti».

Insomma, nessuna richiesta di un trattamento più indulgente, solo quella di adattare gli strumenti di verifica didattica alla situazione sanitaria dello studente. Alla lettera è stata anche allegata la fotografia del braccio ingessato. Ricevuta la segnalazione in redazione, la scuola è stata subito contattata, ma finora non è stato possibile conoscere il punto di vista dell’istituto.

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