I lombardi sprecano meno cibo
Ma il 63% acquista più del necessario

Alla vigilia della Giornata mondiale dell’alimentazione, ActionAid rilancia la campagna Operazione Fame e l’indagine Ipsos sulle consapevolezze dei lombardi in materia di cibo e sprechi.

La crisi economica ha avuto un impatto molto significativo sugli atteggiamenti e sui comportamenti di acquisto e di consumo per oltre la metà dei cittadini italiani (51%). In Lombardia, si registra invece un dato in controtendenza: il 40% dei cittadini della regione dichiara di aver ridotto lo spreco alimentare per minore disponibilità economica, mentre ben il 76% dichiara di aver cambiato le proprie abitudini alimentari di averlo fatto in quanto avverte una sensazione di disagio e di senso di colpa nei confronti di chi è meno fortunato in merito all’accesso al cibo, in Italia e nel mondo. Un comportamento alimentare consapevole e non obbligato, dunque, supportato da diverse motivazioni che contribuiscono a stimolare scelte mirate davanti agli scaffali come a casa, complici, soprattutto, una maggiore attenzione per la propria salute (57%), una nuova sensibilità sugli impatti che il proprio consumo incontrollato, individuale o familiare, può avere sull’ambiente (24%) e in minima parte sul resto mondo (8%).

Nonostante ciò, ancora oggi il 63% degli intervistati, quando fa la spesa, dichiara di comprare ancora un po’ più dello stretto necessario e il 28% (media nazionale al 19%) dichiara di buttare via alimenti scaduti o deteriorati senza essere consumati, una o due volte al mese. Sono questi alcuni dei dati emersi dall’indagine condotta da Ipsos per ActionAid «Verso l’Expo: gli italiani e gli sprechi alimentari, a casa e nelle mense scolastiche». Per quanto riguarda i generi alimentari, gli abitanti della Lombardia prediligono l’acquisto di prodotti di stagione (52%) e di provenienza italiana (48%). Tuttavia, anche l’occhio vuole la sua parte: il 51% degli interpellati compra anche in base all’aspetto del prodotto. Rispetto alle altre regioni italiane, la Lombardia si distingue per l’importanza che viene data alla marca del produttore durante l’acquisto (18%). Solo il 5%, invece, prende in considerazione l’origine regionale del prodotto (contro una media nazionale del 17%) sacrificando dunque la filiera corta, e ben il 36% non ha mai fatto la spesa in mercati locali.

In generale, gli abitanti della Lombardia sono a conoscenza di quale sia l’attuale situazione della sicurezza alimentare in Italia e nel mondo. In linea con la media nazionale, il 50% è consapevole che al mondo viene prodotto cibo sufficiente a sfamare più persone di quello che lo abitano mentre il 20%, a fronte di una media nazionale del 26%, sa che, per ogni persona che non ha da mangiare ce ne sono due in sovrappeso; solo il 4% non immagina neanche che 1/3 della produzione mondiale di cibo viene sprecato; il 18% è consapevole che il 13% delle famiglie italiane non può permettersi un pasto adeguato, mentre il 24% è a conoscenza che l’agricoltura è responsabile di circa 1/3 delle emissioni di gas ad effetto serra causate dall’uomo. Parallelamente, ben il 41% non immagina neppure che oltre il 5% dei carburanti consumati in Europa sono realizzati a partire da prodotti agricoli.

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