Cronaca / Bergamo Città
Martedì 13 Maggio 2014
Il Pd difende Gori: «Il centrodestra vuole solo nascondere 5 anni d’immobilismo»
«Giorgio Gori ha fatto bene: la sua decisione mette un punto fermo senza aspettare la conclusione degli accertamenti e permette di riportare al centro del dibattito il futuro della città». Il deputato Pd Antonio Misiani dice la sua sul caso della veranda della casa di via Porta Dipinta.
«I sostenitori di Tentorio proveranno, con tutta probabilità, a inasprire la loro campagna di denigrazione, ma il loro tentativo andrà a vuoto. Se ne facciano una ragione: la stragrande maggioranza dei bergamaschi si rende perfettamente conto della natura strumentale di questi attacchi, crede assai poco alle lezioni di moralità impartite da chi ha governato in Lombardia a braccetto con inquisiti di vario genere, comprende bene che i sostenitori di Tentorio tentano di buttarla in rissa per nascondere cinque anni di immobilismo e un totale vuoto di progetti per il futuro»
«Prima del 25 maggio, volenti o nolenti, Lega e Forza Italia dovranno spiegare ai bergamaschi cosa vogliono fare per risolvere i problemi di Bergamo. Rimaniamo in trepidante attesa: ci facciano conoscere le loro idee, si confrontino sui programmi, ci raccontino cosa vogliono fare per la città. E la smettano di aggredire a testa bassa i loro avversari» conclude Misiani.
«La decisione di Giorgio Gori - assunta a prescindere dall’esito del procedimento - è apprezzabile. Ora è tempo che i sostenitori di Tentorio smettano di attaccare a testa bassa gli avversari e tornino a parlare del futuro della città, come Giorgio Gori sta facendo sin dall’inizio» gli fa eco il vicesegretario del Pd, Pasquale Gandolfi. «Se Lega e Forza Italia pensano di nascondere il loro vuoto di idee e recuperare voti e gettando fango sugli avversari, facciano pure: si accorgeranno a loro spese che la strategia dell’insulto e della strumentalizzazione non li porterà da nessuna parte. I bergamaschi si aspettano e si meritano un confronto sui programmi. Sapranno distinguere, al momento del voto, tra chi vuole affrontare i veri problemi della città e chi preferisce buttarla in rissa a colpi di inaccettabili campagne di aggressione».
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