Donazione organi, sì sulla carta d’identità
Con il sindaco aderiscono 150 cittadini

Alle 8.30 in punto il sindaco Giorgio Gori si è presentato all’Anagrafe del Comune di Bergamo per firmare e inserire sulla carta d’identità l’informativa relativa alla donazione degli organi. Con lui circa 150 cittadini hanno aderito

In Italia ogni anno ci sono quasi 9.000 persone in attesa di un organo per poter continuare a vivere; in tutto il territorio nazionale vengono effettuati 3.000 trapianti (e di questi, tra organi e tessuti, oltre 300 sono eseguiti a Bergamo, che è anche l’unico centro d’Italia a eseguire tutti i tipi di trapianto di organo, sia per adulti sia pediatrici ): delle persone in lista ne muoiono ogni anno 500 perché non riescono a ricevere questo dono, essenziale per la propria vita.

Il senso e la motivazione profonda dell'iniziativa che, su base di normative regionali, ha messo in campo Asl, ospedale Papa Giovanni XXIII, i Comuni bergamaschi e l’Aido sta tutto qui: servono più organi, servono persone che, in vita, scelgano con coscienza e consapevolezza di dare, dopo la morte, un’opportunità a chi ha bisogno di un organo.

Da qui un nuovo progetto che è partito lunedì 25 maggio e che prevede che in tutti i Comuni aderenti, al momento della richiesta di rilascio o rinnovo della carta d’identità agli uffici dell’anagrafe, ai cittadini maggiorenni sia offerta la possibilità di esprimere e far registrare la propria volontà nel Sistema informativo nazionale dei trapianti (Sit); in sostanza, la scelta del singolo, nel rispetto della privacy (e con la possibilità di revoca della scelta, o di cambiarla, nel corso degli anni con una semplice comunicazione) arriva direttamente, grazie a un adeguamento del software degli uffici anagrafe dei Comuni, al Sistema informativo dei trapianti.

Nella Bergamasca è l’Asl a fare da coordinamento al progetto, promuovendo, già da questo mese, la formazione degli operatori delle anagrafi comunali, con l’apporto del coordinamento del Centro provinciale prelievo e trapianti, guidato all’ospedale Papa Giovanni da Mariangelo Cossolini: il Comune di Bergamo ha già aderito e adeguato il suo software.

«Una iniziativa che chiede a ogni cittadino una decisione personale molto importante, nella scelta che va vista come un impegno anche sociale e civile - spiega Mara Azzi, direttore generale dell’Asl di Bergamo - . E che va rispettata in qualunque caso, sia che si scelga l’assenso alla donazione sia il diniego. È importante formare e informare tutta la cittadinanza, perché fare una scelta di questo genere, in modo consapevole, significa aiutare anche i propri parenti: non è facile, anzi spesso è davvero complesso, quando si perde un proprio congiunto, riuscire a esprimere quella che poteva essere la sua volontà in campo della donazione d’organi. Scegliere in prima persona è un grande impegno civile».

La Bergamasca, comunque, si segnala nella realtà nazionale come una delle province più attive nel campo della donazione degli organi: l’Aido è presente in 150 Comuni, conta oltre 75 mila iscritti,ai quali si devono aggiungere quei cittadini che nei Comuni o nei Distretti hanno espresso la loro volontà: si può contare su almeno 80 mila bergamaschi potenziali donatori.

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