Il Tar respinge il ricorso di Abm: va avanti la fusione tra la Bas e l’Abm di Brescia

Va avanti la fusione tra Bas e Asm, controllate rispettivamente dal Comune di Bergamo e da quello di Brescia.

La sezione di Brescia del Tar della Lombardia ha infatti respinto la richiesta avanzata il 18 febbraio scorso da Abm - l’Azienda Bergamasca Multiservizi, un’utility interamente controllata dalla provincia di Bergamo - di sospendere la fusione tra le due ex municipalizzate.Schivato il pericolo di uno stop, il progetto di fusione fra Bas e Asm potrà arrivare all’esame delle assemblee straordinarie delle due società, fissate per il 7 e l’8 marzo in prima e seconda convocazione.

L’Abm mirava a ottenere l’annullamento delle «delibere di indirizzo» favorevoli alla fusione Bas-Asm adottate dal comune di Bergamo e di Brescia il 21 dicembre 2004, nonché del progetto di fusione Asm-Bas. Motivo: il mancato rispetto delle procedure per la scelta del partner da parte del Comune di Bergamo (proprietario al 99,5% di Bas).

In pratica, secondo Abm, la scelta di fondere per incorporazione Bas in Asm sarebbe stata uno strumento per attribuire alla società guidata da Renzo Capra i servizi pubblici del comune di Bergamo senza lo svolgimento di una gara pubblica, pur in presenza di altri soggetti interessati. Con conseguente violazione così dell’art.113 del decreto legislativo 267/2000 che consente agli enti locali di cedere la propria partecipazione in società che erogano servizi pubblici solo mediante «procedura a evidenza pubblica».

Il Tar ha però respinto la richiesta di sospensiva, ritenendo che l’ «effettivo significato economico» della fusione Asm-Bas impedisca di considerarla «una procedura di affidamento di servizi», ma piuttosto «un modello organizzativo che deve essere valutato in maniera autonoma», ragion per cui non sottoposto a procedure di gara.

Nei giorni scorsi un’altra utility, la Thuga Italia, controllata dal colosso tedesco E.On, aveva manifestato l’intenzione di proporre un ricorso al Tar contro la fusione Bas-Asm per l’inizio della settimana prossima. La società, con sede a Verona, aveva avanzato due progetti di integrazione, entrambi scartati dal Comune di Bergamo, tra Bas e la sua controllata Thuga Orobica, attiva nella provincia orobica. Si tratta di vedere se, dopo questo pronunciamento del Tar, Thuga Italia intende ancora portare avanti il suo ricorso.

(26/02/2005)

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