Il Tribunale del Riesame ha deciso arresti domiciliari per Rossattini

Il Tribunale del riesame di Brescia questa mattina ha disposto gli arresti domiciliari per Stefano Rossattini, il direttore generale degli Ospedali Riuniti che il giudice aveva sospeso dalla carica per due mesi nell’ambito di un’inchiesta che vede il dirigente indagato per corruzione e peculato con altre undici persone. Dopo la breve udienza della scorsa settimana e dopo che il gip di Bergamo aveva respinto la richiesta d’arresto per Rossattini, disponendo la sospensione di due mesi, il pubblico ministero Paolo Salvatore aveva fatto ricorso in appello chiedendo il carcere per il direttore generale dell’ospedale, indiziato di aver ottenuto tangenti da imprenditori e professionisti concedendo loro, come contropartita, appalti e consulenze. Questa la motivazione: il rischio che il dirigente, se lasciato in libertà, potesse interferire con le indagini (inquinamento delle prove) oppure che tornasse a commettere reati della stessa natura (reiterazione). E il giudice, questa mattina, ha accolto la richiesta di misura cautelare, disponendo però gli arresti domiciliari: la misura disposta non è però esecutiva e gli avvocati di Rossattini - il professor Angelo Giarda e dall’avvocato Giovanni Quadri, entrambi di Milano - hanno infatti dieci giorni di tempo per fare ricorso in Cassazione e contestare la misura decisa dal tribunale.

Rigettate invece le misure cautelari proposte dal pubblico ministero per gli altri quattro indagati, accusati di aver pagato tangenti a Rossattini e per i quali il pm aveva chiesto misure più blande, dai domiciliari al divieto di dimora: si tratta dell’architetto Benvenuto Bonacina, assistito dagli avvocati Aldo Algani e Francesca Longhi; dei coniugi Lucia e Marianno Franzini, difesi dall’avvocato Roberto Magri, e del manager Ferruccio Piazzoni, rappresentato dagli avvocati Enrico Pelillo e Stefano Zonca.

(28/02/2005)

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