Il vescovo e i pellegrini a Santiago
L’Atlantico un assaggio dell’infinito

L’Atlantico di Finisterre che si apre davanti ai pellegrini, blu fino all’orizzonte (insieme assaggio e figura dell’infinito, dice il vescovo Beschi), è per i trecento bergamaschi il sigillo perfetto della giornata passata a Santiago di Compostela.

L’Atlantico di Finisterre che si apre davanti ai pellegrini, blu fino all’orizzonte (insieme assaggio e figura dell’infinito, dice il vescovo Beschi), è per i trecento bergamaschi il sigillo perfetto della giornata passata a Santiago di Compostela.

Sulle orme di tutti gli europei che lungo i secoli sono confluiti in Galizia per visitare il santuario dedicato all’apostolo Giacomo, l’evangelizzatore dell’Occidente, l’uomo pratico che accompagnava la fede con le opere. E infatti arrivato, secondo la tradizione, fin qui ai confini del mondo.

Presto,al mattino, i partecipanti al pellegrinaggio diocesano avevano raggiunto il Monte della Gioia , che conclude il Cammino francese. Di qui hanno camminato per alcuni chilometri in silenzio ( seguendo il segnale subito familiare delle conchiglie) dietro al vescovo fino alla cattedrale. Nessuno ha voluto rinunciare, a costo di stringere i denti per problemi fisici seri o per una pena più pesante di uno zaino.

E il ritmo dei passi alleggerisce il cuore e fa cantare quello di chi è già contento di stare insieme. L’immensa cattedrale di Santiago è per metà impacchettata dai restauri, ma dentro è tutto pronto per la Messa di mezzogiorno, che il vescovo celebra in spagnolo insieme al canonico monsignor Fernandez. In italiano legge l’invocazione a San Giacomo, uomo adulto nella fede. Un’invocazione tutt’altro che formale, che chiede per la comunità bergamasca «una sana inquietudine evangelica»e «audacia dietro a Cristo» per il gregge e per i pastori.

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