In Lombardia 1,3 milioni di immigrati
Bergamo è terza: sono 140.900

Quanti sono gli stranieri residenti in Lombardia? Al 1° luglio 2014 erano quasi 1,3 milioni. Lo dice i 14° rapporto dell’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità, promosso in collaborazione con Éupolis, Osservatorio regionale per l’Integrazione e la multietnicità.

Crescono le presenze di immigrati irregolari: gli stranieri presenti sul nostro territorio privi di un regolare permesso di soggiorno sono 93.000, circa 6.000 in più rispetto alla stessa data del 2013. Gli irregolari rappresentano il 7,2 per cento del totale dei presenti.

Il rapporto è stato presentato lunedì mattina alla presenza dell’assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione Simona Bordonali.

IL PRIMATO DEGLI EST-EUROPEI - Per quanto riguarda la nazione di origine, il primato va agli est-europei con 468.000 unità, ben 375.000 in più rispetto al 2001 (+ 404 per cento) e 18.000 in più rispetto al 2013.
Al secondo posto si collocano gli asiatici con 317.000 presenti, 6.000 in più rispetto al 2013 e 209.000 unità in più in quattordici anni (+192 per cento). Al terzo posto ci sono i nordafricani, con 238.000 presenze (4.000 in meno rispetto allo scorso anno), seguiti dai latinoamericani, con 166.000 presenti, in calo rispetto al 2013 (- 2.000).

Seguono gli «altri africani»: 106.000 (1.000 in meno rispetto al 2013), poco meno del doppio rispetto al 2001. In termini relativi gli est-europei hanno guadagnato un altro punto percentuale e sono giunti ad aggregare il 36 per cento del totale regionale con al loro interno oltre la metà di cittadini extraUe (coprono il 19,3 per cento a fronte del 16,8 dei neocomunitari). Agli asiatici va il 24,5 per cento delle presenze con circa un punto percentuale in più rispetto al 2013.

Mentre tutte le altre macro aree segnano qualche riduzione: il 18,4 per cento dei presenti sono nordafricani (erano il 18,9 per cento lo scorso anno), il 12,8 per cento latinoamericani (a fronte del precedente 13,2 per cento) e infine l’8,2 per cento sono immigrati provenienti da altri Paesi africani (con -0,1 punti percentuali). Nell’intervallo 2001-2014 gli est-europei sono aumentati a un tasso annuo medio del 12,7 per cento. Inoltre gli est-europei dominano ovunque (a Pavia rappresentano oltre il 50 per cento dei presenti), tranne che a Milano città dove predominano gli asiatici (40,7 per cento), e in provincia di Mantova (37,2).

Sul fronte delle provenienze per singola nazionalità il primato va alla Romania con 188.000, seguita dal Marocco con 125.000 e dall’Albania con 123.000.

A BRESCIA LA PERCENTUALE PIÙ ALTA DI IRREGOLARI (10%) - I 93.000 irregolari rappresentano il 7,2 per cento degli immigrati presenti. La percentuale più alta di irregolari si registra a Brescia che raggiunge quasi il 10 per cento (il primato l’anno scorso apparteneva a Milano); valori inferiori al 5 si registrano nelle province di Pavia, Cremona, Lecco, Lodi, Monza-Brianza e Bergamo, mentre Sondrio si ferma a 3 per cento.

Gli irregolari si concentrano soprattutto nella provincia di Milano (41.900 in diminuzione rispetto ai 43.000 del 2013), di cui 25.200 nel capoluogo. Seguono la provincia di Brescia con circa 18.6000 presenze irregolari (13.000 nel 2013) e quella di Bergamo con 7.000.

IL MAGGIOR NUMERO DI IRREGOLARI SONO ALBANESI - Per quanto riguarda le provenienze il maggior numero di irregolari sono albanesi, quasi 10.500. Seguono i marocchini (poco più di 10.000), egiziani (quasi 9.000), i cinesi (poco meno di 6.000), gli ucraini (5.500) i filippini (poco meno di 5.000). Mentre peruviani senegalesi e indiani si assestano sui 4.000. Sul fronte dell’incidenza del fenomeno, la graduatoria regionale al 2014 vede al primo posto il Ghana (13 per cento), seguito da Nigeria (12) e El Salvador (10).

A MILANO E MONZA STRANIERI PIU’ NUMEROSI: 20 OGNI 100 RESIDENTI - Nel 2014 le province di Milano e di Monza e Brianza si confermano per la più ampia presenza di stranieri provenienti dai Paesi e forte pressione migratoria, raccogliendo il 45 per cento del totale regionale, di cui poco meno della metà si concentra nel capoluogo lombardo. In termini assoluti la provincia di Milano accoglie al 1° luglio 2014 un totale di 501.600 immigrati, 28.300 in più rispetto all’anno precedente in cui se ne contavano 473.300. Milano si conferma come l’area a maggiore densità: oltre 20 stranieri ogni 100 residenti.

LE ALTRE PROVINCE - Pavia, Cremona, Mantova e Lodi accentrano circa il 16 per cento delle presenze, mentre Bergamo e Brescia coprono quasi il 26 per cento. L’area nord-occidentale, da Varese a Sondrio (passando per Como e Lecco), ne accoglie poco più del 13 per cento (circa il 15 nel 2013).

In termini assoluti dopo Milano le province con più immigrati sono quelle di Brescia (191.9000, nel 2013 198.500) e Bergamo (140.900, nel 2013 144.600). Seguono Varese (78.700, nel 2013 81.000), Monza-Brianza (83.000, nel 2013 77.200), Pavia (65.900, nel 2013 64.300), Mantova (63.500, nel 2013 63.700), Como (53.400, nel 2013 54.000), Cremona (45.000, nel 2013 49.300), Lecco (30.700 nel 2013, 34.400), Lodi (30.400, nel 2013 28.700) e Sondrio (9.800, nel 2013 9.700).

ARRIVARE A UNA VERA INTEGRAZIONE - «Bisogna partire dai numeri - ha detto l’assessore Bordonali - per arrivare a politiche amministrative di gestione del fenomeno e a una vera integrazione. In Lombardia risiede circa un quarto della popolazione straniera presente in Italia. Fino a quando gli Enti locali avevano risorse a disposizione i risultati arrivavano. Basti pensare che il 25 per cento degli studenti lombardi è straniero. Grazie agli strumenti di incentivo al lavoro promossi da Regione Lombardia, parecchie donne straniere hanno trovato un’occupazione. Purtroppo i tagli effettuati dal Governo influiranno in negativo anche sui processi di integrazione».

SOLO 60.000 RICHIESTE DI ASILO A FRONTE 170.000 SBARCHI - L’assessore ha quindi ricordato come a fronte dei 170.000 sbarchi registrati lo scorso anno, «solo 60.000 siano state le richieste d’asilo. Di queste ne sono state esaminate solo 35.000 e accolte meno di 3.500».

«È dunque tutto il sistema - ha aggiunto - che non funziona e che va rivisto. Soprattutto vanno considerati i costi dell’accoglienza di tutti coloro che rimangono nei campi profughi in attesa di conoscere il loro destino. Costi altissimi che non possono gravare sulla collettività».

Secondo l’assessore vanno dunque «bloccati gli arrivi che rimangono costanti». «Serve un intervento decisivo e concreto - ha detto - e non solo a livello italiano. L’Europa deve dare delle risposte a quelle che ormai non sono più emergenze dal momento che si susseguono ininterrottamente da oltre 30 mesi. Le politiche migratorie attuate dal Governo italiano sono fallimentari e vanno riviste. È necessario che venga convocato urgentemente un Tavolo nazionale per affrontare la questione a tutti i livelli».

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