Inquinamento galoppante in Cina:
così si vendono bottiglie di... aria pura

L’inquinamento a Bergamo e in Italia costituisce un problema sicuramente preoccupante, ma per fortuna non siamo ai livelli della Cina, dove si stanno diffondendo le bottiglie di... aria pura.

Non è uno scherzo. L’idea l’hanno avuta due imprenditori australiani di Sydney, John Dichinson e Theo Ruygrok, che hanno scovato il modo, con un macchinario, di immagazzinare l’aria prelevata dalle Blue Mountains, dalla brezza del mare di Bondi Beach (la più famosa spiaggia di Sydney) e dal vento della Tasmania, sono tutte località australiane, e di rivenderla, imbottigliata, ai cinesi.

Ogni bottiglia, dotata di inalatore, garantisce 130 boccate d’aria buona e costa circa 12 euro, ovvero 15 centesimi a boccata. Non un prezzo a buon mercato per un Paese in continua espansione, ma dove i salari sono sempre molto bassi.

L’inquinamento nelle grandi città della Cina è una piaga: sono più di un milione e mezzo i cinesi che muoiono ogni anno per malattie causate dallo smog e l’aspettativa di vita di un vigile urbano di Pechino è di appena 43 anni.

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