La «Buona Scuola» alla Camera
Sindacati e opposizioni: sarà battaglia

La Camera da martedì 7 luglio si prepara al varo del disegno di legge «Buona Scuola».

Mentre fuori, davanti a Montecitorio, i sindacati (i 5 che in questa partita hanno fatto «cartello» - Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e Snals - così come i Cobas) ma anche associazioni e coordinamenti di prof protesteranno per l’ennesima volta contro i contenuti del provvedimento. Pur consapevoli che la riforma della scuola quasi sicuramente incasserà l’assenso per diventare legge dello Stato vista la maggioranza schiacciante che il Pd ha in questo ramo del Parlamento. Al loro fianco esponenti di Sel e del M5S.

«Oltre a uscire dal Palazzo per incontrarci con i manifestanti, faremo anche entrare i cittadini a Montecitorio, invitandoli ad assistere dalle tribune ai lavori d’Aula. In questo modo - spiegano deputati e senatori pentastellati - potranno assistere con i loro occhi allo scempio che stanno compiendo governo e maggioranza». Intanto, alla vigilia del duplice appuntamento (aula e piazza) il ministro Giannini «apre» sul suo profilo Facebook: «Diventerà una pagina pubblica su cui riprenderanno il dialogo e il confronto con tutti voi - promette - sui provvedimenti che stiamo approvando in materia di Istruzione e sulle innovazioni a cui lavoriamo nel settore della Ricerca e dell’Università.‪#staytuned».

Sempre su Facebook, nel quarto di una serie di post pubblicati per spiegare i dettagli de «La Buona Scuola», il sottosegretario Faraone si sofferma sulle novità dell’alternanza scuola-lavoro. «#Labuonascuola aumenta il numero di ore, consentendo agli studenti di avere più tempo per capire i meccanismi degli ambienti di lavoro e conoscersi in una veste diversa. Per fare ciò, #labuonascuola stanzia 100 milioni - scrive il sottosegretario - circa 35 mila euro per ogni scuola. Prima di adesso su cosa si reggeva? Sui fondi messi a disposizione con la legge 440: 11 milioni nel 2014, 19 milioni nel 2015, che resteranno. Dal 2016 ci saranno risorse decuplicate».

Quello delle risorse per l’istruzione resta comunque una nota dolente per il nostro Paese se è vero, come rivela oggi un rapporto sulle performance dei governi, che l’Italia è penultima tra i Paesi Ocse per la percentuale di spesa pubblica dedicata all’educazione, con l’8%, davanti alla sola Grecia (7,6%). A ogni modo se arriverà l’ormai scontato sì della Camera, a settembre la legge sulla Buona Scuola diventerà operativa, sempre che la complessa macchina amministrativa e organizzativa della scuola italiana sia in grado di darle concreta esecuzione. Le premesse non sembrano essere le migliori.

«La cattiva scuola governativa dovrà affrontare uno scontro permanente in ogni istituto da settembre in poi. Fin dalla prima riunione dei Collegi docenti e dei Consigli di istituto, si passera» - ha già avvertito il leader dei Cobas, Piero Bernocchi - «dalla battaglia campale a una guerriglia, non-violenta ma assai pervasiva, diffusa, continua. Ogni scuola costituirà una barricata contro l’applicazione del Ddl». E anche gli altri sindacati non staranno a guardare. Gli uffici legali di Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals stanno già studiando i possibili ricorsi, l’11 settembre è in programma una riunione nazionale delle Rsu delle 5 sigle e il primo giorno di scuola coinciderà in tutta Italia con assemblee sindacali.

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