La passione per la caccia resiste
«Ma poco spazio e poca selvaggina»

21 settembre: apertura ufficiale della stagione di caccia. Per gli appassionati è un appuntamento che non si può mancare anche se per molti «non è più come una volta». Ma forse basterebbe sapersi accontentare.

È il 21 settembre: apertura ufficiale della stagione di caccia. Per gli appassionati è un appuntamento che non si può mancare anche se per molti «non è più come una volta». Ma forse basterebbe sapersi accontentare.

Dicevamo che qualcuno si sa accontentare: Tiziano Gualandris, 45 anni, di Palazzago, per esempio ieri il fucile lo ha lasciato a casa per un infortunio al braccio: «Ma sono in giro con i miei due cani; per me non è fondamentale sparare tanto o poco, ma far correre i miei animali». E a dimostrazione di quanto ciò sia vero l’agente fa notare che l’uscita (anche senza fucile) va segnata sul documento personale come una giornata di caccia effettiva.

Intanto i due fratelli dal pelo nero di razza Drahthaar saltano e corrono nel campo e sembrano non affaticati dalla levataccia. «È un modo per stare con gli amici – aggiunge Ivan Frigerio, 33 anni, di Sotto il Monte –; con i miei Breton esco 365 giorni all’anno: mi piace addestrarli». Non si può certo lamentare Domenico Maffeis, 68 anni, cacciatore dal 1963: tiene per il collo un bel fagiano maschio appena catturato: «Questo lo mangiamo con gli amici. A me piace andare a caccia perché si cammina, si sta insieme; ormai non c’è più per gli animali l’habitat di una volta, ma la passione è rimasta».

La prima giornata di caccia si è conclusa con un bilancio da parte della Polizia provinciale di 105 controlli con 4 accertamenti di illeciti amministrativi per mancata annotazione del capo abbattuto sul tesserino venatorio e mancato mantenimento delle distanze dalle abitazioni.

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