Nuove regole per teatri, palestre e piscine: la bozza delle Regioni. «Due mesi per riaprire tutto, anche le scuole»

La Conferenza delle Regioni ha approvato le linee guida per la riapertura di alcune attività «in condizioni di sicurezza e nel rispetto dei protocolli di prevenzione». Alle 15 il vertice con il governo.

La Conferenza delle Regioni ha approvato le linee guida per la riapertura di alcune attività «in condizioni di sicurezza e nel rispetto dei protocolli di prevenzione». Lo dice il presidente Massimiliano Fedriga sottolineando che il governo potrà contare sulla «massima collaborazione da parte delle Regioni». È fondamentale, aggiunge, «che le istituzioni si muovano di pari passo con i cittadini, superando gradualmente la fase dei divieti e introducendo una nuova stagione di riaperture accompagnate da regole per evitare nuove impennate nella curva dei contagi».

La prima novità prevista nella bozza delle linee guida delle Regioni è che le misure per ristorazione, palestre e piscine e cinema e spettacoli dal vivo, potranno essere applicate anche nelle zone rosse. Le misure indicate per ristoranti e palestre, si legge infatti, «possono consentire il mantenimento dell’attività anche in scenari epidemiologici ad alto rischio» purché associate a «screening periodico del personale non vaccinato». Per cinema e spettacoli dal vivo, le misure si mantengono in scenari a «basso medio e alto rischio» se integrate con tamponi all’ingresso, test negativi effettuati nelle ultime 48 ore, completamento della vaccinazione.

Ecco alcuni punti delle linee guida presentate dalla Regioni al governo in vista delle riaperture:

Cinema e teatri

Almeno un metro di distanza - frontale o laterale - tra spettatori al cinema o al teatro se indossano la mascherina e almeno due metri di distanza qualora le disposizioni prevedano di non indossarla. È quanto prevede la bozza delle linee guida per la riapertura delle attività, che le Regioni sottoporranno nel pomeriggio di giovedì 15 aprile a governo e Cts. Dalla misure sul distanziamento sarebbero esclusi familiari e conviventi.

Ristoranti e bar

E ancora negli esercizi di ristorazione che prevedono posti a sedere non si consuma al banco dopo le 14. Nei locali al chiuso vanno rispettati i due metri di distanza, all’aperto si riduce a un metro: in entrambi i casi va tenuta la mascherina quando non si è seduti. Tra le altre misure, la consultazione online del menu, il contingentamento degli ingressi in modo che la capienza del locale assicuri il mantenimento di almeno due metri di distanza. La distanza di almeno due metri tra i clienti è prevista anche al banco.

Palestre e piscine

Nuove misure anche per le riaperture delle palestre, ma no allo sport da contatto fisico: secondo il protocollo, bisognerà regolamentare l’accesso agli attrezzi, delimitando le zone per garantire almeno un metro di distanza tra le persone che in quel momento non svolgono attività fisica e almeno due metri durante l’attività fisica. Bisognerà inoltre assicurare almeno due metri di distanza tra le persone negli spogliatoi e nelle docce.

L’essere vaccinati infine non fa cadere l’obbligo di utilizzare la mascherina in bar, ristoranti, cinema e teatri: ad oggi le indicazioni scientifiche non escludono la possibilità che chi sia stato immunizzato possa contagiarsi comunque e diffondere il virus. «Si ritiene che il possesso e la presentazione di certificazioni vaccinali - scrivono le Regioni - non sostituisca il rispetto delle misure di prevenzione e contrasto della diffusione del contagio quali ad esempio il distanziamento interpersonale, l’utilizzo della mascherina, l’igienizzazione delle mani e delle superfici».

Sul tavolo del governo ci saranno queste e altre proposte dei presidenti, che spingono per la gran parte a riaperture progressive e alla revisione dei parametri per i colori. Ma si discuterà anche del tema scuole, con la speranza di poter rivedere in aula tutti gli studenti delle superiori al 100%. Un’ipotesi fortemente voluta dallo stesso premier Mario Draghi, ma sulla quale peserà la curva dei contagi, che mercoledì hanno superato i 16mila nuovi casi e 469 vittime.

Proprio a palazzo Chigi ieri si sono visti il portavoce del Comitato Tecnico Scientifico, Silvio Brusaferro, e il coordinatore Franco Locatelli. E venerdì 16 aprile, a quanto si apprende da fonti di maggioranza, si va verso una nuova riunione della cabina di regia del governo, presieduta dal premier Mario Draghi, sulla situazione epidemiologica. Riunione che si dovrebbe tenere dopo l’ultimo aggiornamento dei dati del contagio del Paese.

Il d-day per la «liberazione», come l’ha chiamata il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, potrebbe essere l’11 giugno, quando allo stadio Olimpico di Roma torneranno per la prima volta gli spettatori sugli spalti per la gara d’esordio dell’Italia agli Europei contro la Turchia. «Liberi tutti allora? - si chiede il governatore -. Ci entreranno 20 mila persone all’Olimpico, immagino che l’11 di giugno sia la parte finale della liberazione». «Chi la volesse leggere in maniera maldestra - aggiunge - potrebbe dire che sto parlando male di questa apertura. Invece dico: bene, prendiamo atto che l’11 giugno siamo aperti, vediamo di capire strada facendo cosa si può aprire in questi 60 giorni».

Proprio l’annuncio del pubblico all’Olimpico, al 25% della capienza, ha dato il via alle inevitabili richieste di tanti altri settori chiusi ormai da un anno, salvo la breve parentesi estiva. E così si è fatto sentire non solo il mondo del basket e quello della pallavolo, ma anche quello della musica live. «Se è possibile accedere in uno stadio con 16 mila persone per il calcio deve essere possibile anche per un concerto», ha tuonato Enzo Mazza, ceo della Federazione dell’industria musicale italiana.

Due mesi, dunque, nei quali mettere in atto una road map per rialzare le saracinesche di bar, ristoranti, cinema, teatri, musei, palestre e tante altre attività che da mesi soffrono una crisi senza precedenti. Con ogni probabilità il primo passo sarà la riapertura dei servizi di ristorazione nelle zone gialle anche nella fascia serale. Il che dovrebbe inevitabilmente essere accompagnato da uno slittamento di una-due ore del coprifuoco che, ad oggi, comincia alle 22.

Ma da maggio potrebbero tornare in presenza anche tutti gli alunni delle scuole superiori anche se per l’associazione nazionale presidi questa ipotesi resta «possibile ma improbabile». «È chiaro che bisogna compiere delle azioni esterne alla scuola, non basta lavorare all’interno delle scuole, dove abbiamo lavorato tanto», afferma il presidente, Antonello Giannelli. «Se i trasporti saranno, e devono essere, organizzati in modo adeguato - è il monito della ministra Elena Bonetti - anche la riaperture delle scuole secondarie di secondo grado potrà essere fatta». Ma, proprio sulle scuole, in agenda potrebbe esserci anche la possibilità di tenerle aperte in estate per chi non va in vacanza. La proposta arriva dal sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, ma al momento resta solo un’ipotesi che, comunque, potrebbe prendere piede già nei prossimi giorni.

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