L’imam spiato da almeno 10 anni
Negli sms i «contatti» con Al Qaeda

Arrestato venerdì a Pognano, l’imam della moschea di Zingonia Hafiz Muhammad Zulkifal era «sotto osservazione» da almeno 10 anni, da subito dopo il suo ingresso in Italia.

È finito in carcere nell’ambito dell’operazione antiterrorismo della procura di Cagliari che ha portato in cella altri 8 stranieri, pakistani e afghani: gli inquirenti avevano parecchi riscontri sui suoi contatti con gli ambienti estremistici del suo Paese, il Pakistan.

In particolare con Al Qaeda e le cellule «satelliti». E la riprova starebbe nel fatto che le prime telefonate intercettate – sono svariate migliaia quelle raccolte – risalgono a dieci anni fa: il giorno di Natale del 2005 il suo connazionale Abdul Ghafoor legge al telefono all’imam di Zingonia (che all’epoca si trovava in Sardegna) la sua agenda, ricordandogli che avrebbe dovuto prendere parte a una «mashwara», vale a dire un consiglio islamico per Al Qaeda.

Zulkifal si rende conto della pericolosità del dialogo e cerca di ovviare: «Guarda che la parola in agenda è Alqa», si affretta a dirgli. Peccato che, come confermato agli inquirenti dagli interpreti pakistani che stanno ascoltando, Alqa non voglia dire assolutamente nulla.

Col passare degli anni l’imam sembra più spregiudicato. E sugli sms che riceveva gli investigatori hanno concentrato la loro attenzione.

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