Lotta alle polveri sottili:gli alberi i migliori alleati

«Un significativo incremento del verde urbano, in aggiunta a tutte le altre azioni preventive già in atto - dice il direttore generale dell’Asl di Bergamo, Silvio Rocchi - sarebbe in grado di dare qualche buon risultato». Intendendo per verde urbano, non aiuole (più o meno grandi) o arbusti di piccola taglia, ma alberi veri e propri, la cui capacità di rimuovere gli inquinanti atmosferici dipende anche dalla forma, dal numero e dalla densità delle foglie, dalla chioma e dalla grossezza, nonché dalla posizione (vedi la tabella a fianco). «L’azione degli alberi sugli inquinanti - sottolinea Rocchi - è tre volte più alta rispetto a quella degli arbusti. Con una copertura del verde urbano tra l’11,9 e il 16,6% del territorio si ottiene una riduzione del Pm10 compresa tra lo 0,34 e lo 0,47%, mentre, ma è un paradosso, con una copertura del 100%, la riduzione oscillerebbe tra il 9,3 e 13%. Le piante non prevengono l’inquinamento, ma lo possono controllare in modo efficace».Sulla base di questi dati, dunque, una copertura di verde alberato del 25% del territorio permetterebbe di evitare nell’area critica 115 decessi in cinque anni (con una media di 23 decessi l’anno). Peccato però che, attualmente, solo il 3% della superficie del Comune di Bergamo sia ricoperta da verde pubblico (Colli esclusi, anche se la loro azione non ha un’azione specifica sulle strade ad alto rischio veicolare). Il Comune ha tuttavia avanzato l’idea di raddoppiare l’estensione del verde pubblico nei prossimi anni. «Se l’incremento al 6% fosse in termini di verde alberato e in zone strategiche - sottolinea Pietro Imbrogno, direttore dell’Area dipartimentale Salute e Ambiente dell’Asl - porterebbe una riduzione del Pm10 di circa il 2,4% che, se estesa all’intera area critica, eviterebbe in cinque anni circa trenta decessi. Il numero dei decessi evitabili grazie al verde alberato è apparentemente piccolo, ma le nostre stime considerano solo i decessi per patologie croniche negli adulti e per il solo inquinante Pm10».L’aumento del verde urbano non alberato - rileva Giuseppe Sampietro, responsabile dell’Osservatorio epidemiologico dell’Asl - «ha un peso irrilevante sull’inquinamento e quindi sullo stato di salute dei cittadini, pur avendo invece aspetti positivi, ad esempio, sulla vivibilità o sull’estetica. Un semplice incremento del verde urbano porterebbe benefici scarsi o nulli sul fronte della riduzione del Pm10, inferiori comunque all’1%, e benefici sanitari irrilevanti e indiretti. Un incremento del verde alberato, parchi e boschi, porterebbe invece benefici evidenti e significativi anche sul fronte sanitario, pur se contenuti».Da qui la proposta che l’Asl lancerà al termine del convegno di oggi: la creazione di un bosco urbano, un’area verde diversa dal parco, con una funzione soprattutto protettiva di filtro antinquinamento, barriera antirumore, migliorativa del microclima e con una vasta area non accessibile al pubblico. In un percorso di continuità, da bosco urbano si passerebbe al «bosco fruibile» (con sentieri e piste ciclabili) per arrivare al parco urbano attrezzato.(26/10/2006)

© RIPRODUZIONE RISERVATA