Maroni: «Sì a misure straordinarie
ma è molto difficile controllare tutto»

«Contro il terrorismo islamico serve una nuova Lepanto, e serve un leader che sappia unire l’Occidente»: lo ha sottolineato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni.

«Serve un Occidente unito - ha aggiunto - che, come avvenne a Lepanto nel 1571, sappia opporsi. Non è più il momento delle chiacchiere o delle sfilate fini a se stesse». «Vorrei che in ogni comune si intitolasse una via, una piazza, un teatro a Oriana Fallaci». Lo scrive sul suo profilo Twitter sempre Maroni, ricordando le lucide analisi della giornalista sul rischio del fondamentalismo islamico per l’Occidente.

«Misure straordinarie ce ne saranno, ne abbiamo discusso, anche se quello che è avvenuto in Francia ci dice che non vengono colpito solo luoghi “simbolici”, ma comuni, dove i cittadini vanno, realtà simbolo del nostro modo di vivere come lo stadio, il bar, il ristorante, quindi è

difficile cosa fare». Così Maroni uscendo dal Comitato per l’ordine pubblico riunito in prefettura cui ha partecipato dopo la visita al Consolato di Francia. Presenti il sindaco Giuliano Pisapia e il ministro Maurizio Martina.

«Più militari a Milano e nei capoluoghi - ha risposto Maroni ai cronisti -? Milano sa come fare e lo si è visto con l’Expo. Per le forze dell’ordine, ne abbiamo parlato prima, e si stanno attrezzando». «Come Regione - ha aggiunto - abbiamo messo a disposizione il sistema della Protezione civile non avendo competenze dirette sulla sicurezza. Come Protezione civile siamo a disposizione per evitare quanto accaduto a Parigi capiti anche da no».

«Esiste un elenco di luoghi sensibili - ha spiegato il presidente Maroni - perché il Giubileo non sarà solo a Roma e ci sono delle chiese giubilari anche a Milano, ma anche il Sacro Monte di Varese. Tutti questi luoghi saranno certamente controllati, ma la mia considerazione, dopo quanto accaduto a Parigi, è: basterà controllare i luoghi sensibili? Perché a Parigi non sono stati presi di mira luoghi cosiddetti “sensibili”, o simbolici, ma luoghi comuni. Quindi bisogna che questa è una svolta del terrorismo e agire di conseguenze». «La prima reazione - ha ribadito Maroni - non può che essere quello militare là, nei Paesi dove si produce».

«Controllare tutta Milano, i bar, i teatri e gli altri luoghi - ha detto Maroni -, se questa è la cosa da fare, diventa molto difficile. Noi ci affidiamo logicamente ai nostri servizi di informazione e alle forze dell’ordine. Quello che noi possiamo fare come Regione è mettere a disposizione la rete della Protezione civile, ma quello che l’Occidente deve fare, non solo l’Europa, è reagire con il pugno di ferro, altrimenti non c’è difesa».

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