Morandi parla ai pm e si difende:
«Approfondite i miei rapporti con Gamba»

L’ex direttore di banca ed ex sindaco di Valbondione, accusato di essere il responsabile di ammanchi milionari dai conti correnti dei suoi clienti alla filiale Private della Intesa Sanpaolo di Fiorano al Serio, ha preso carta e penna e ha affidato a una memoria difensiva scritta di suo pugno (depositata ieri in Procura) la propria lettura degli atti d’indagine raccolti a suo carico dagli inquirenti

A indagini chiuse, Morandi aveva venti giorni di tempo (scaduti appunto ieri) per scegliere quale pedina muovere sullo scacchiere. Poteva restare in silenzio e attendere il processo. Poteva chiedere di farsi interrogare dai pm Maria Cristina Rota e Carmen Santoro, che hanno condotto le indagini, sottoponendosi alle loro domande. Oppure poteva affidare il suo pensiero a una memoria difensiva. Ha scelto questa terza via, ma anziché delegare il compito tout court ai suoi avvocati difensori, Angelo Capelli e Maria Laura Andreucci, l’ex direttore di banca ha preferito assumersi la responsabilità, redigendo personalmente il testo.

Il contenuto, al vaglio dei magistrati, al momento non trapela. Si sa solo che nel documento Morandi propone in sostanza una lettura alternativa degli indizi che costituiscono il castello accusatorio costruito contro di lui. Una lettura che – dal punto di vista dell’indagato – quantomeno ne attenuerebbe e limiterebbe le responsabilità nella vicenda dei presunti ammanchi dai conti dei clienti della banca.

Le pagine vergate dall’ex sindaco di Valbondione conterrebbero almeno un paio di riferimenti in questo senso. Il primo è in direzione del presunto (da Morandi) ruolo che nell’intera vicenda avrebbe ricoperto l’imprenditore Gianfranco Gamba, di Gazzaniga. Gamba è il grande accusatore di Morandi, è colui che ha fatto scoppiare il caso, scoprendo un ammanco milionario dai conti correnti suoi, ma anche da quelli della moglie Mariuccia Pezzoli (la famiglia è quella del gruppo Pezzoli di Gazzaniga) e dalla figlia Simona. Ma Gamba è anche l’ex amico di Morandi, colui che aveva deciso di investire nello sci d’alta valle, tramite una società di cui era a capo, la Mountain Security, salvo poi cederla (per soli 10 mila euro) a una fedelissima dell’ex sindaco di Valbondione, Sabrina Semperboni, a ridosso dello scoppio della bufera.

Possibile che Gianfranco Gamba non sapesse nulla di come Morandi gestiva i suoi soldi? Possibile che non sapesse che molti di questi finissero nelle casse della Mountain Security Srl, società di cui lo stesso Gamba, come detto, era proprietario e attraverso la quale controllava la Sviluppo turistico Lizzola (Stl), società di gestione dello sci in Alta Valle?

Sì, è possibile, secondo la Procura, per la quale Gamba altro non è che una vittima di Morandi e della sua astuzia. No, non è possibile: Gamba era al corrente e le operazioni sui suoi conti erano autorizzate. Questa probabilmente è la linea difensiva sostenuta da Morandi nella sua memoria, in cui chiederebbe ai magistrati di approfondire, fra l’altro, proprio i suoi rapporti con l’imprenditore.

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