Morì cadendo da una barella
Dopo 9 mesi caso archiviato

Una morte senza colpevoli, almeno per ora, sul fronte penale: tanto che è arrivata al giudice per le indagini preliminari Bianca Maria Bianchi una richiesta di archiviazione nei confronti degli unici due indagati per la vicenda, la tragica morte di Enrichetta Togni, 87 anni di Gazzaniga e meglio conosciuta come Carmelina, avvenuta ad agosto dell’anno scorso in seguito alla caduta da una barella al pronto soccorso dell’ospedale «Pesenti Fenaroli» di Alzano.

Amaro il commento dei familiari che, assistiti dagli avvocati Barbara Giulivi e Annamaria Mazza, hanno già fatto opposizione alla richiesta di archiviazione: «Alla luce degli ultimi sviluppi è come se la nostra Carmelina fosse caduta e morta due volte». Il tutto bocciando senza mezzi termini l’operato della magistratura che, se da un lato conferma il nesso di causa-effetto tra la caduta e la morte dell’anziana 10 giorni dopo, dall’altro puntualizza di non avere elementi per sostenere un processo: secondo i familiari la documentazione raccolta non sarebbe «stata esaminata con la dovuta attenzione e criticità», con indagini «condotte ed eseguite in maniera lacunosa, superficiale e frettolosa».

Andiamo con ordine. La morte della donna risale ad agosto del 2014: ricoverata dal 2012 nella casa di riposo a Gazzaniga in quanto gravemente affetta da Alzheimer (dal 2010), l’8 agosto Enrichetta Togni era stata portata all’ospedale di Alzano per fare radiografie, a causa di dolori alla caviglia sinistra. Un’ora dopo il suo arrivo al Pronto soccorso, alle 16,38 (i familiari hanno anche lamentato di essere stati avvisati solo quattro ore più tardi), era caduta dalla barella dove si trovava, battendo anche la testa: portata nel reparto di Neurochirurgia del Papa Giovanni XXIII, era spirata il 18 agosto. L’autopsia, disposta dalla Procura, aveva confermato la causa della morte: insufficienza cardiorespiratoria come evoluzione terminale del colpo subito alla testa.

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