Nomina del procuratore: il caso finisce alla Corte Costituzionale

La decisione del Plenum presa a larghissima maggioranza: a questo punto i tempi si allungano

Finirà davanti alla Corte costituzionale il braccio di ferro tra il ministro della Giustizia e il Csm sulla nomina a procuratore di Bergamo di Adriano Galizzi. Il plenum del Csm ha infatti deciso a larghissima maggioranza, con tre sole astensioni dei laici della Cdl, di sollevare conflitto di attribuzioni davanti alla Consulta.

L’assemblea di Palazzo dei Marescialli ritiene illegittima la decisione del ministro di non controfirmare il decreto presidenziale necessario a rendere esecutiva la nomina deliberata dal Csm l’estate scorsa. Castelli aveva motivato questa sua scelta con la convinzione che a impedire la nomina vi fosse una causa di incompatibilità, considerato che il fratello del magistrato è presidente di

sezione del Tribunale di Bergamo. Un’incompatibilità ritenuta invece insussistente dal Consiglio. Il caso era stato nei mesi scorsi al centro di una polemica

politica con il Pdci che aveva accusato il guardasigilli di agire per vendetta politica, avendo Galizzi alcuni anni fa pronunciato una condanna nei confronti del leader della Lega Umberto Bossi. A questo punti i tempi si annunciano molto più lunghi del previsto.

(4/12/02)

Su L’Eco di Bergamo del 5 dicembre 2002

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