Pane, è arrivata la stangatina

Nei negozi si diffonde il ritocco di 10 centesimi per ogni chilo. L’Aspan: «Colpa dei rincari nelle materie prime» I produttori: «Quello a fette costa meno ma la clientela non lo sceglie». L’Osservatorio comunale fa il punto

In quest’autunno di rincari, anche pane e pasta si adeguano alla generale tendenza al rialzo dei prezzi. E così, nei forni orobici, a lievitare non sono solo le fragranti pagnotte, ma anche il loro costo. Con conseguente preoccupazione dei consumatori, che si trovano a spendere di più persino per i prodotti di prima necessità.Secondo l’Aspan (Associazione panificatori), l’aumento medio della michetta nella nostra provincia si attesta intorno al 5-6%, e, come spiega il presidente Roberto Capello, «è dovuto principalmente all’incremento dei prezzi delle materie prime, ma anche ai più elevati costi energetici».Una rapida incursione in alcune panetterie del centro città ci ha permesso di verificare che diversi esercenti hanno già introdotto o stanno valutando aumenti di circa 10 centesimi al chilo, mentre altri assicurano che per ora il prezzo rimarrà bloccato. Il costo di un chilogrammo di pane varia in funzione del tipo di lavorazione e degli ingredienti impiegati: le pagnotte grandi e le classiche michette si aggirano tra i 2,50 e i 2,80 euro, con punte di 3. Cifra che cresce fino a 4 euro per chi preferisce i panini ai cereali, al latte oppure all’olio, e che arriva anche a 5-6 euro se si richiede un impasto con olive, noci o cioccolato. A chi vuole risparmiare, i panificatori suggeriscono di orientarsi sulle pagnotte da un chilo, magari da acquistare a fette, che richiedono una lavorazione meno impegnativa rispetto ai panini più piccoli. (27/09/2007)

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