Procura, risorse solo al 50%
Il Pd: «Intervenga Alfano»

La procura ristrutturata è entrato in funzione ormai da mesi, ma solo nella mattinata di giovedì 2 aprile si è svolta la cerimonia ufficiale e si è svelata la verità. A farlo direttamente il procuratore della Repubblica Adriano Galizzi che, durante la manifestazione, ha posto l'attenzione su alcuni dei principali problemi: «Qui lavorano ogni giorno una media di 100 persone, che avrebbero bisogno di pc e strumenti informatici adeguati - spiega -. La disponibilità attuale copre solo il 50 per cento del personale. Il restante subisce questa carenza: c'è chi si porta il computer da casa che però non può svolgere tutte le funzioni richieste e altri lavorano su pc anteriori al 2000, non adeguati alle attuali esigenze. Ho chiesto aiuto al ministero, ma per il momento non c'è alcun piano risorse».

Una situazione, quella esposta da Galizzi, considerata «gravissima» da Laura Rossoni, responsabile giustizia del Pd. «La procura è l’ufficio preposto, tra le altre cose, a combattere la criminalità e l’illegalità in generale. Il ministro Alfano deve intervenire per garantire la sicurezza ai cittadini destinando nuovi fondi per la macchina della giustizia» dichiara e aggiunge: «Questo è il modo migliore per dare sicurezza ai bergamaschi: finanziamenti per dare alla procura della Repubblica di Bergamo una dotazione informatica adeguata. Le istituzioni locali hanno fatto la loro parte e anche di più. Ora tocca al governo. Il Partito Democratico con i suoi parlamentari si impegna nei prossimi giorni ad incalzare il ministro per una risposta reale ai gravissimi problemi segnalati dal procuratore Galizzi».

Tutto questo mentre il Comune di Bergamo ha speso oltre 400 mila euro per la manutenzione straordinaria e la ristrutturazione di questi locali. Lavori consistenti, che oltre a risistemare il prestigioso palazzo di via Dante, hanno permesso di realizzare le nuove sale per le intercettazioni telefoniche e ambientali, con 50 postazioni di ascolto e una struttura per le audizioni protette: una sala doppia, divisa da un muro e da un vetro a specchio che permette di ascoltare i minori in un ambiente adeguato a loro, con arredamenti ad hoc, mentre magistrati e operatori assistono, non visti, dall’ambiente adiacente. La struttura è munita anche di impianto di registrazione video e audio.

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