Profughi, l’appello delle Caritas:
accoglienza diffusa nelle parrocchie

Una denuncia e un appello arrivano dalle Caritas delle Diocesi lombarde sul fenomeno migratorio.

«Non ci è possibile tacere rispetto alle fuorvianti campagne mediatiche che soffiano sul fuoco della paura e che tolgono lucidità all’opinione pubblica - scrivono -. Denunciamo l’immoralità di una certa retorica politica che paventando “invasioni”, definendo ogni profugo come “clandestino” finisce per autorizzare il cittadino a non sentirsi corresponsabile nell’accoglienza».

Da qui le Caritas della Lombardia, sostenute dai propri vescovi, fanno appello affinché «le parrocchie mettano a disposizione spazi adeguati per una accoglienza diffusa sul territorio. Presenze di poche unità nelle nostre comunità parrocchiali favoriscono un approccio più sereno da parte della popolazione, una convivenza più accettata e sostenuta dal volontariato. Sarà compito delle Caritas di ciascuna Diocesi adoperarsi affinché le parrocchie ospitanti vengano sollevate da oneri burocratici, amministrativi e da ogni eccessiva responsabilità di accompagnamento sociale».

La Chiesa non si sottrae dal fare la sua parte: «Le Caritas di Lombardia, insieme ad altre collegate, stanno gestendo più di 2000 tra profughi e richiedenti asilo, e migliaia di altri stranieri regolarmente presenti ma ancora privi di una dimora adeguata. Oltre ad offrire vitto e alloggio – magari in regime di contratto con l’ente pubblico – propongono percorsi di alfabetizzazione, formazione e orientamento al lavoro, sostegno e tutela giuridica, supporto scolastico e animazione del tempo libero a favore dei minori spesso con i costi a nostro carico».

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