Raccolta di firme per estradare il nazista Michael Seifert

Il comitato «Bortolo Pezzutti» ha promosso una raccolta di firme tra i cittadini per chiedere l’estradizione di Michael Seifert, nato a Lindau nel 1924, ex caporale delle SS, arrestato a Vancouver in Canada, dove abita dal 1951, a seguito della condanna all’ergastolo del tribunale di Verona, perché riconosciuto colpevole di torture e omicidi commessi, tra l’autunno del 1944 e la primavera del 1945, su prigionieri in campo di concentramento a Bolzano. La sottoscrizione è già iniziata, per ora con contatti personali e passa-parola, da parte dei parenti e del Circolo culturale Gambini, ma nei prossimi giorni si allestiranno gazebo a Lovere e in altri luoghi, per la raccolta di firme.
Tra le vittime di Michael Seifert figura anche Bortolo Pezzutti, un diciottenne di Costa Volpino, arrestato dai militi della Legione Tagliamento la vigilia di Natale del 1944 in un cinema di Lovere perché si rifiutò di togliere il foulard rosso che portava al collo. Il ragazzo fu così consegnato, a gennaio, alle SS di Brescia e internato a Bolzano (matricola 8973). Sulla sua permanenza nel lager altoatesino c’è la testimonianza di un altro prigioniero, Egidio Meneghetti, il quale scrisse una poesia, in cui racconta che il giovane Pezzutti tentò di fuggire e per questo fu punito severamente con il trasferimento nella «cella nera». Lì per tre notti, ricorda Meneghetti nella sua poesia, implorò i due boia: Misha (nome con cui era conosciuto Michael Seifert) e Otto Sein, gridando: «Non voglio morire». Il giovane bergamasco fu selvaggiamente ucciso tra il 31 marzo e il 1° aprile del 1945 (giorno di Pasqua). Alla famiglia non pervenne alcuna notizia fino al 1963 quando, interpellando il Comune di Bolzano, i parenti scoprirono che Bortolo era morto.
Questo il racconto di come sono andati i fatti che hanno portato alla ricerca del responsabile di tali efferati omicidi e alla conseguente richiesta di estradizione.
Apertosi il 23 giugno 2000 al tribunale di Verona, il procedimento penale a carico dell’ex SS Michael Seifert si è concluso il 24 novembre 2000 con la sua condanna all’ergastolo. La corte, presieduta da Giovanni Pagliarulo, ha riconosciuto l’allora giovane graduato delle SS colpevole del reato di «concorso in violenza con omicidio contro privati nemici, aggravata e continuata» e colpevole dell’assassinio di almeno 18 persone detenute nel lager di Bolzano. Seifert non si è mai presentato al processo.
Alla sentenza è seguito l’inoltro della richiesta d’estradizione alle autorità canadesi le quali hanno recentemente dichiarato che il Canada non intende essere un paradiso per riconosciuti criminali di guerra nazisti e, a dimostrazione dell’attenzione da loro prestata al caso Seifert, hanno inviato a Verona per seguire l’intera fase dibattimentale il direttore della sezione crimini di guerra della procura di Ottawa, città che ha tolto la cittadinanza al criminale nazista.
Il 1° maggio 2002 Michael Seifert è stato arrestato dalle autorità canadesi per i crimini perpetrati nel lager di Bolzano. L’arresto è il primo passo verso l’estradizione che il comitato dell’alto Sebino ora chiede a gran voce.(01/03/2007)

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