Renzi stravince, meno in città
Flop di Cuperlo, sorpresa Civati

Il clima è gelido, e non solo perché la domenica, in sede, il riscaldamento è spento e tutti tengono su i cappotti. Renziani e cuperliani sono separati in casa, ognuno a tenere il conto delle schede nei rispettivi uffici.

Il clima è gelido, e non solo perché la domenica, in sede, il riscaldamento è spento e tutti tengono su i cappotti. Renziani e cuperliani sono separati in casa, ognuno a tenere il conto delle schede nei rispettivi uffici.

Anche se sul finale ci scappa un brindisi ecumenico, si è consumata una giornata storica per il Pd bergamasco: dolorosa per una parte, che vede chiudersi quasi un’era; euforica per un’altra, che vede invece aprirsi una nuova stagione.

L’affluenza alle primarie (accessibili anche ai non iscritti) per scegliere il segretario nazionale ha superato ogni aspettativa. Cautamente ci si era posti una deadline di 15-20 mila votanti. Invece si vola oltre i 30 mila e 500. Una legittimazione piena, quindi, per Matteo Renzi che anche qui viene incoronato leader con circa il 68% di preferenze (in linea con la media lombarda e nazionale).

Ma la vera sorpresa è che Gianni Cuperlo si piazza al terzo posto scavalcato dall’outsider Pippo Civati.Il deputato monzese incassa un 17%, pari al risultato regionale, ma ben sopra a quello totale (14%), mentre il dalemiano si ferma a un magro 15% (pari al dato lombardo ma sotto il 18% nazionale). Una vera botta per lo storico establishment del partito, da sempre antirenziano e schierato in larga parte con la nomenclatura ex Ds. Tant’è che qualcuno si lascia sfuggire, con ironia amara: «È una Cuperletto (anziché una Caporetto)».

Rispetto al dato provinciale, in città Renzi stravince un po’ meno e Civati sfonda di più. Dei 6.158 voti raccolti complessivamente nei nove seggi, al sindaco di Firenze ne vanno 3.954 (pari al 64%, con quattro punti sotto la media), a Civati 1.367 (con un 22% che schizza in su) e a Cuperlo 837 (13,59%).

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