Ricoverato a Trento, 46 giorni in ospedale
«Preparati al peggio, oggi il ritorno a casa»

I giorni terribili di Fabio Cancelli, 53 anni, geometra di Castelli Calepio: il ricovero a Bergamo e poi il trasferimento a Rovereto in Terapia intensiva per complicanze da coronavirus. Oggi la festa dei vicini e dei famigliari per il rientro a casa.

«Era il 21 marzo quando l’ambulanza ti è venuta a prendere.. ci siamo guardati ognuno dal proprio giardino e ci siamo salutati.. in silenzio.. con quel braccio a pugno chiuso che voleva dire “dai che ce la facciamo”... un saluto che aveva la paura di un addio.. e la speranza di un arrivederci.. perché non bisogna dimenticare che purtroppo molti saluti non hanno avuto l’epilogo sperato.. giorni pesanti... pensieri contrastanti... momenti di sconforto e di forza che si alternavano.. come in una partita di ping pong.. sempre in silenzio». È così che hanno vissuto quel 21 marzo i vicini di casa e i famigliari di Fabio Cancelli, 53 anni, geometra di Castelli Calepio, ricoverato in gravissime condizioni prima a Bergamo e poi a Trento per complicanze da coronavirus.

Martedì 5 maggio,dopo 46 giorni in ospedale, il signor Cancelli è tornato a casa tra la gioia degli amici. «Siamo sempre stati tutti uniti, nonostante non ci si poteva abbracciare e ogni sorriso strappato valeva oro.. sempre in silenzio Tante volte sono scese lacrime di tristezza e paura.. proprio come oggi.. ma oggi sono lacrime di gioia e felicità.. e se fino ad oggi siamo sempre stati in silenzio.. ora possiamo finalmente urlare... Bentornato Fabio!» scrivono su Facebook.

«Fabio è mio papà, geometra libero professionista di Castelli Calepio. È tornato a casa oggi dopo 46 giorni in ospedale - racconta il figlio Michele Cancelli –.Tutto è iniziato l’8 marzo quando quella settimana ha iniziato ad accusare febbre e tosse. Il sabato su prescrizione del medico ha effettuato la radiografia ai polmoni ma l’esito è stato negativo. La settimana successiva è stato ricoverato al Papa Giovanni dove il tampone risultava positivo. Dopo due giorni con il casco è stato intubato e trasferito a Rovereto, in provincia di Trento, dove è stato in terapia intensiva per tre settimane. I medici ci hanno preparato al peggio. Oggi è tornato a casa. Vorrei ringraziare tutti i medici dell’ospedale di Rovereto che sono riusciti a salvargli la vita. Grazie».

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