Rifiuti: «Vogliamo decidere noi»
Ricorso alla Corte Costituzionale

«Abbiamo presentato alla Corte Costituzionale un ricorso per manifesta incostituzionalità relativo all’articolo 35 del decreto ’Sblocca-Italia’, quello che prevede la possibilità per il Governo di derogare ai piani regionali e provinciali in materia di rifiuti». Lo ha annunciato il presidente della Regione Lombardia.

«Abbiamo presentato alla Corte Costituzionale un ricorso per manifesta incostituzionalità relativo all’articolo 35 del decreto ’Sblocca-Italia’, quello che prevede la possibilità per il Governo di derogare ai piani regionali e provinciali in materia di rifiuti». Lo ha annunciato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, durante la conferenza stampa dopo la seduta di Giunta di venerdì mattina.

NO A LIBERA CIRCOLAZIONE - Il governatore ha spiegato che, in base a questo provvedimento, Palazzo Chigi «può decidere di mandare sul nostro territorio tutti i rifiuti del Paese, senza che la Regione possa fare nulla».

«E questo - ha sottolineato - viola i poteri e le competenze che la Regione ha di programmare lo smaltimento dei rifiuti sulla base del principio dell’autosufficienza. Noi - ha rilevato - siamo autosufficienti, vogliamo decidere da soli se e quando trattare i rifiuti delle regioni che non sono in grado di smaltirli».

Terzi, manteniamo la promessa

«L’avevamo promesso e oggi la Giunta lombarda guidata da Maroni ha deliberato il ricorso alla consulta sulla legittimità costituzionale dell’ articolo 35 del Decreto Sblocca Italia in materia ambientale che va contro la politica di decommissioning degli inceneritori attuata dalla Lombardia». Cosi Claudia Maria Terzi assessore all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile della Regione Lombardia che si dice «molto soddisfatta della decisione e ringrazia il governatore e tutti i colleghi di giunta per la rapidità di approvazione del ricorso».

PRIMA I LOMBARDI - «Una scelta doverosa - ha sottolineato - di chi come la Lombardia non può rischiare di essere sommersa di rifiuti provenienti dalle altre regioni. Siamo stanchi di pagare per le cattive gestioni politiche e amministrative degli altri territori. E non possiamo permetterci che il nostro piano rifiuti regionale approvato a giugno con fatica e responsabilità venga vanificato da un Decreto romano che ci obbliga a smaltire 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti altrui. Dobbiamo difendere con forza - ha concluso l’assessore Terzi - l’autosufficienza conquistata in questo campo. E il ricorso alla Consulta è il primo passo. Sabato mattina a Brescia, simbolo di questa assurda vicenda ci confronteremo con i politici e il territorio senza distinzioni di partito. Prima i lombardi».

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