Bergamo, rischio alcol e guida
La sfida dei giovani passa dalla fotografia

Alcol e guida, un cocktail letale che può spezzare non solo la propria vita, ma quella di tante altre persone, per questo se bevete, poi non mettetevi al volante e ricordate che per divertirsi non serve bere. Un messaggio che acquista ancora più forza perché arriva dai giovani, che iniziano a essere i promotori di questa filosofia.

Nel mese della «Prevenzione alcolica», i principali protagonisti delle diverse iniziative portate avanti in Bergamasca per sensibilizzare persone di ogni età sul crescente problema dell’alcolismo giovanile, sono proprio i ragazzi. A partire da coloro che hanno deciso di aderire a «Safe driver», una delle azioni previste nel più ampio progetto di «Notti in sicurezza» promosso da Asl, Polizia stradale, Croce rossa italiana, Associazione genitori Atena, Cooperativa Itaca, Rotary club centenario Dalmine, Rotaract club Città Alta, Discoteca Bolgia, che torna dal 25 aprile.

La finalità, è quella di diminuire il numero di guidatori che lasciano i locali con un tasso alcolemico al di sopra dello zero, per prevenire così gli incidenti stradali e soprattutto dare il via a un vero «cambiamento culturale e promuovere un atteggiamento responsabile nel consumo delle bevande alcoliche» sottolinea Andrea Noventa del Dipartimento dipendenze dell’Asl di Bergamo. Diciassette i locali che hanno aderito (sedici della città e la discoteca Bolgia), trenta i volontari che andranno fuori da questi esercizi, intercetteranno gruppi di persone e chiederanno loro di identificare il «guidatore designato», colui che decide di non bere per condurre a casa i suoi amici in sicurezza. I volontari hanno iniziato al Polaresco uno specifico percorso formativo, un’esperienza vissuta con particolare entusiasmo e gran senso di responsabilità, perché sono coscienti che i loro coetanei «spesso non si rendono conto dei rischi che si corrono quando si beve e poi ci si mette alla guida – racconta Nicola Martino–. Si crede che non capiterà mai a te l’incidente, in realtà, seguendo questo corso e sentendo le testimonianze della Polizia stradale, capisci che può accadere a tutti». Questo lo sa bene Giulia Crotti, volontaria della Croce rossa che partecipa per il secondo anno a Safe driver:«Noi purtroppo dobbiamo affrontare gli incidenti dopo che sono avvenuti, invece è fondamentale prevenirli e mi auguro che, come l’anno scorso, riusciremo a sensibilizzare moltissimi ragazzi». Consapevolezza prima di tutto, perché, evidenzia Silvia Carminati: «La vita è preziosa, non va buttata solo perché associate il binomio divertimento alcol, ci si può divertire anche senza bere, se proprio volte farlo non guidate».

Ragazzi chiamati anche a riflettere, vedere con i propri occhi e rappresentare con una fotografia quali conseguenze può comportare l’abuso di alcol. Questo grazie al concorso «Oltre l’alcol in uno scatto» ideato dall’Associazione genitori Atena. Centocinquanta le fotografie arrivate, tra queste un’apposita giuria ne ha selezionate cinquanta, esposte fino al 19 aprile nell’ex chiesa della Maddalena, su pannelli bianchi progettati e allestiti da Paolo Da Re. «Un’esperienza importante – ha sottolineato Ambra Finazzi Bergamaschi, presidente dell’Associazione genitori Atena –, perché i ragazzi per realizzare queste fotografie hanno dovuto indagare e vedere da vicino certe realtà, hanno coinvolto gli amici, i genitori, gli insegnanti, sono nate discussioni all’interno delle classi che hanno partecipato. Per cui è stata anche un’ottima occasione per parlare in modo diffuso di questo dilagante fenomeno». Ogni foto è accompagnata da una didascalia che spiega quello che i ragazzi provano riguardo a questo tema. Il vincitore del concorso, Andrea Scuglia, spera che le sue fotografie abbiano un forte impatto su chi le vedrà, visto anche il tema che ha scelto, l’alcol e il lavoro: «Ho voluto puntare l’attenzione su un altro rischio che si corre finendo nel tunnel dell’alcolismo, ossia avere problemi sul lavoro, perderlo, con tutto quello che ciò comporta». Ma c’è anche un messaggio positivo: «La solidarietà sul luogo di lavoro, per il collega vittima dell’alcool, nella speranza di aiutarlo a uscire dalla dipendenza». Nicole Bonaiti, seconda classificata, ha invece raccontato la storia di un ragazzo che dopo una serata con gli amici, completamente ubriaco, si mette alla guida, ma a casa non arriverà mai, lasciando nella disperazione la famiglia. Questo per far capire che bisogna pensare a ciò che si fa, prima di rischiare di perdere tutto. «Cin Cin» è il titolo dello scatto del terzo classificato, Lorenzo Urbani, che ha voluto dimostrare come partendo da un semplice brindisi si può superare il limite e raggiungere il punto di non ritorno, dove è l’alcol a brindare con te.

© RIPRODUZIONE RISERVATA