Rossattini, presto l’interrogatorio

Sarà interrogato in settimana Stefano Rossattini, il direttore generale degli Ospedali Riuniti sospeso su ordine del Tribunale nell’ambito di un’inchiesta per corruzione. Il giudice per le indagini preliminari Patrizia Ingrascì non ha ancora stabilito la data, ma il dirigente dovrebbe essere sentito tra domani e venerdì. Intanto i suoi legali, il professor Angelo Giarda e l’avvocato Giovanni Quadri di Milano, sono in procinto di depositare il ricorso al Tribunale del riesame per annullare il provvedimento di sospensione.

Anche la Procura – pubblico ministero Paolo Salvatore – si rivolgerà ai giudici bresciani per contestare la decisione del gip. L’obiettivo, però, è opposto: ottenere quelle misure cautelari che il gip di Bergamo aveva respinto. Il magistrato inquirente aveva infatti chiesto il carcere per Rossattini, gli arresti domiciliari per l’architetto Benvenuto Bonacina e il divieto di dimora in città per il medico Marianno Franzini, la moglie di quest’ultimo, Lucia Tosini, e il manager Ferruccio Piazzoni, tutti accusati di aver pagato tangenti al direttore sospeso in cambio di consulenze, convenzioni o appalti. 

Intanto si è completato il quadro delle persone coinvolte nell’inchiesta, relativa in gran parte agli anni in cui Rossattini era direttore dell’Asl. Ai nomi già emersi si sono aggiunti quelli degli industriali Bartolini della «Falk ambiente» (Romano, il fondatore, la figlia di quest’ultimo, Selene, amministratrice della società, e infine Giuseppe): a loro, secondo l’accusa, Rossattini avrebbe rivelato il contenuto del bando di concorso dell’appalto per lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri in cambio di una tangente da 58 mila euro. Del pagamento si sarebbe occupato, secondo l’accusa, Antonio Notaro, 61 anni, anch’egli indagato.

Questi nomi vanno ad aggiungersi a quelli dell’impiegata dell’Asl Stefania Giudici (indagata per ricettazione, avrebbe prelevato denaro da un conto in Svizzera di Rossattini per conto dello stesso dirigente), alla pubblicista Emanuela Lanfranco (alla quale il pm contesta il favoreggiamento e il concorso in abuso d’ufficio) e infine l’ex direttore dei Riuniti, Antonio Leoni, la cui posizione appare però molto defilata.

Intanto le difese affilano le armi. I legali di Piazzoni – accusato di aver pagato Rossattini in cambio di un appalto per i servizi informatici dell’Asl, vinto da una società amministrata dallo stesso manager, la «Colombus net» – hanno già depositato un ricorso al Tribunale del Riesame di Bergamo per contestare i sequestri effettuati venerdì dai carabinieri a casa del manager. L’avvocato Roberto Magri – che assiste Franzini e Tosini, rispettivamente medico e amministratore del Centro radiologico di Gorle – depositerà nei prossimi giorni una memoria al pm: «I miei assistiti – spiega il legale – ripercorreranno la cronistoria di tutti i fatti per dimostrare la legittimità del loro operato e la completa estraneità alle contestazioni».

(08/02/2005)

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