Sale slot, business senza frontiere
In Lombardia 1 su 3 è in mani straniere

Le slot in Lombardia? Un affare decisamente allettante. Lo prova il fatto che il 22% del mercato è in mano a cinesi e il restante 15% ai russi. La conferma che il business richiama molto appetiti, e alimenta anche qualche preoccupazione in più.

La commissione Attività produttive della Regione, si è confrontata con Confcommercio, Confesercenti, Associazione No Slot e con una psicoterapeuta esperta in ludopatia in merito al «Regolamento per l’accesso alle aree e ai locali per il gioco d’azzardo lecito», elaborato dalla Giunta. Giovanna Mavellia, segretario generale di Confcommercio Lombardia, ha ribadito la condivisione dei principi della legge e la disponibilità della categoria a collaborare per la prevenzione delle dipendenze, chiedendo però che non vi siano ulteriori oneri a carico degli esercenti.

Marco Dotti e Simone Feder, dei movimenti no slot, a fronte di una rendita media mensile di 1500 euro a slot, hanno chiesto che nei locali vengano predisposte sale ad hoc per le slot machine, isolandole strutturalmente e applicando fin da subito forme di «distrazione» tra cui il collocamento di una macchina di fronte all’altra, il posizionamento di orologi e lo studio di una illuminazione che non favorisca l’estraniazione dell’utente. A fronte della bozza di regolamento, che al momento prevede solamente che le aree slot siano indicate con del nastro adesivo a terra, la Commissione (che ha tempo per esprimere il parere fino al 31 ottobre), chiede interventi più restrittivi.

Nel corso delle audizioni è stato ricordato come il mercato delle slot in Lombardia sia in mano per il 22% a gestori cinesi e per il 15% a russi: da qui la sollecitazione a monitorare attentamente i flussi di denaro nei singoli esercizi. «La Lombardia andrà avanti con determinazione in una battaglia culturale e d’avanguardia – ha spiegato il presidente della Commissione Angelo Ciocca – Le slot non sono la risposta giusta per sostenere la crisi del commercio, anche perché i costi sociali della ludopatia saremo sempre noi a pagarli. Dobbiamo insistere per avere maggiori limitazioni all’accesso alle sale slot, soprattutto per tutelare i più deboli e i giovani».

© RIPRODUZIONE RISERVATA