Salvini: «Roma damme ’na mano
a mannà Renzi e Marino a casa»

«Tutto pronto per domani, spero solo che a Roma ci sia il sole. Mi aspetto una piazza piena, tranquilla e gioiosa». Sono le parole del segretario della Lega Nord Matteo Salvini. Ascolta il siparietto nell’audio.

Il leader del Carroccio è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus (emittente dell’Università Niccolò Cusano), nella trasmissione Ecg Regione condotta da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. «Contiamo su un’invasione pacifica, daremo voce a chi sta perdendo il lavoro, ha difficoltà con la casa e non vuole vivere in condizioni di insicurezza. Saremo in Piazza del Popolo dalle 15.00 e la lasceremo più pulita di come l’avremo trovata».

Al termine del tour de force mediatico che l’ha visto protagonista in questi giorni, Salvini appare tranquillo: «Cerchiamo di costruire un progetto serio, credibile e coerente». Il leader leghista si è detto sorpreso dai cittadini romani: «Mi hanno stupito. La Lega è quella di “Roma Ladrona”, ma è evidente che ci riferivamo ai tizi di mafia capitale, sicuramente non al tassista. all’edicolante o al panettiere, che invece della Roma Ladrona sono le prime vittime. Le presenze annunciate dei romani alla manifestazione hanno dell’incredibile, in tanti mi fermano e mi dicono di venire a fare il sindaco al posto di Marino, vuol dire che la politica romana non è in grado di dare quelle risposte che in tanti vorrebbero».

Il numero uno del Carroccio prosegue: «Io voglio bene a Roma, come a tutte le città di questa Italia che è bellissima e che qualcuno sta cercando di svendere. Adoro i dialetti, i profumi e le musiche di tutte le identità che ci sono nel Paese». Salvini, stuzzicato dai conduttori Di Ciancio e Arduini, si cimenta poi nel dialetto romanesco: «Tutti mi dicono daje, daje. Lo diceva Marino? Mica se l’è comprato». Poi, facendo il verso a Rugantino: «Roma nun fa la stupida domani, damme ’na mano a mannà Renzi e Marino a casa». In chiusura, Salvini, ha aggiunto: «Musicalmente mi piace tantissimo Venditti, ad esempio a casa mia qualche volta canto Roma Capoccia».

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Lo stornello di Salvini