Siamo tutti connessi e hi-tech
ma un giovane su 4 ci vede poco

L’avvento del computer e di stili di vita sempre più vissuti in casa, hanno creato una generazione di giovani europei miopi. Lo dimostra un nuovo studio

Circa un quarto della popolazione in Europa fra i 25 ed i 29 anni soffre di miopia. La ricerca è stata condotta dai ricercatori di uno dei due college fondatori dell’Università di Londra, il prestigioso Kings College, che ha esaminato i risultati di tutto il continente. La miopia di solito appare durante l’infanzia, l’adolescenza o nei primi 20 anni, ma i giovani di oggi hanno maggiori probabilità di sviluppare questa anomalia refrattiva rispetto alle generazioni precedenti.

A livello europeo, circa una persona su quattro soffre di miopia. L’esposizione a lungo termine a schermi di computer, l’uso prolungato degli occhiali da vicino, come la lettura e la scrittura, e la mancanza di luce naturale e di attività all’aria aperta sono tutti collegati a questo difetto di refrazione che provoca una visione sfocata da lontano. In Italia ne è affetto circa il 25% della popolazione, circa uno su quattro è miope.I ricercatori, che hanno esaminato i risultati da 15 studi diversi, hanno scoperto che le persone che vanno all’università hanno il doppio delle probabilità di diventare miopi.

In Occidente si ritiene che abbia una prevalenza indicativa del 30%. In genere insorge in età scolare, aumenta nel periodo dello sviluppo corporeo e tende a stabilizzarsi intorno ai 20-25 anni, aumentando lievemente dopo quell’età, tranne se non sono presenti particolari patologie che la fanno peggiorare. In una piccola percentuale di soggetti il difetto visivo si presenta nella forma degenerativa della retina, che provoca scarsa visione: insorge nei bambini piccoli, a 2-3 anni di età, progredisce col passare degli anni, arrivando anche a valori molto elevati (30 diottrie). I tassi di miopia sono però aumentati in tutti i gruppi a partire dai primi del Novecento, probabilmente come conseguenza di più urbanizzati stili di vita al chiuso, e lo spostamento a lungo termine da una forza lavoro prevalentemente manuale per lavori rilegato in ufficio che coinvolgono lavoro con documenti cartacei e, più recentemente, con computer.

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