Sosta in ospedale, disabile paga
I posti riservati erano occupati

Ha dovuto pagare. Non c’è stata ragione sufficiente per mutare l’esito di una mattinata cominciata male. Neanche una telefonata al 112 gli ha evitato di sborsare 2 euro e 40 centesimi al parcheggio interno al nuovo ospedale di Bergamo.

Ha dovuto pagare. Non c’è stata ragione sufficiente per mutare l’esito di una mattinata cominciata male. Neanche una telefonata al 112 gli ha evitato di sborsare 2 euro e 40 centesimi al parcheggio interno al nuovo ospedale di Bergamo.

Lo status di invalido di Vittorio Cocciolo gli avrebbe dovuto garantire un posto auto gratis. Invece erano tutti occupati e lasciata l’auto in un «normale» rettangolo circoscritto con vernice blu, terminata la riabilitazione, per forza di cose ha messo mano al portafogli. Ha interagito, suo malgrado, con l’asettica macchina mangia-monetine guadagnandosi l’uscita dall’ospedale.

Nella sede Anmic di Bergamo mostra sconsolato il tagliando dell’avvenuto versamento per l’occupazione di suolo privato per 92 minuti sotto gli occhi del presidente Giovanni Manzoni. «Ovviamente sono amareggiato - sbotta Cocciolo - da un trattamento che non meritavo. Non mi sono recato in ospedale per divertirmi e vengo trattato in questo modo pagando ciò che dovrebbe, di regola, essere gratuito».

La vicissitudine di Cocciolo comincia alle 8,14. Suona al citofono del parcheggio del «Giovanni XXIII» per avvisare della necessità di un posto auto nello spazio riservato agli invalidi. «Questa è la procedura da seguire- spiega - nonostante non ci sia nessun cartello informativo che la evidenzi. Infatti, un invalido che entra senza avvisare, è costretto, se passa un quarto d’ora, a pagare la sosta. Io, per fortuna, lo sapevo e quindi ho suonato». Dal citofono una voce gli suggerisce di raggiungere l’operatore che gestisce la sosta negli appositi spazi. Così fa Cocciolo constatando, però, che di posti liberi non ce n’è neanche l’ombra.

Non resta che aspettare una manciata di minuti per vedere se si libera qualcosa. Niente da fare. Cocciolo, giustamente, ha premura. L’appuntamento con i sanitari sta per scadere. Decide, quindi, di parcheggiare in un posto «blu». Ma terminata la riabilitazione, senza saldare i 2 euro e rotti, non sarebbe potuto uscire. «Ho tentato di chiamare il numero unico di emergenza - spiega Cocciolo -. Ho parlato con un poliziotto per spiegargli la situazione. Poco dopo mi richiama la Questura e mi conferma che il parcheggio di colore blu va pagato anche se si tratta di un invalido. Essendo un parcheggio privato la normativa per i parcheggi pubblici che prevede di poter sostare in altri spazi se quelli per invalidi sono occupati, qui al nuovo ospedale non vale».

«È una situazione da risolvere al più presto - spiega Giovanni Manzoni dell’Anmic di Bergamo -. È evidente che a quell’ora si concentrano molte persone disabili o invalide che hanno bisogno di un servizio ospedaliero. Quindi occorre provvedere che sia riservato loro un posto gratuito mettendo bene in evidenza all’entrata la procedura da seguire».
B. S.

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