«Spazio per le auto e marciapiedi stretti
Come fa Bergamo a essere vivibile?»

Una bergamasca di rientro da un periodo di studio in Olanda sottolinea come si sia resa conto di come a Bergamo ci sia troppo spazio per le auto e marciapiedi strettissimi: «Così come fa una città a essere vivibile?».

«Egregio direttore, sono rientrata a Bergamo dopo un periodo di studio in Olanda. Ho trovato casa con il mio compagno e mia figlia di 8 mesi in via San Bernardino. Io e il mio compagno siamo sorpresi come nelle vie del centro città sia riservato molto spazio alle corsie per il transito delle auto e per i parcheggi e sia riservato ridotto spazio per il movimento dei pedoni».

«Nel borgo storico di via San Bernardino i marciapiedi sono strettissimi, è difficile muoversi con il passeggino perché cammina molta gente, mentre per le auto oltre alla carreggiata per il transito dei mezzi ci sono parcheggi sia a sinistra che a destra della corsia. Una cosa inaccettabile in una città moderna».

«Tra l’altro se voi contaste quanti mezzi e pedoni transitano per uno stesso punto della via vi rendereste subito conto che gli spazi dovrebbero essere ripensati, addirittura invertiti. Questo andrebbe fatto in tutto il centro città, come fanno nelle città del Nord europa, dove la mobilità è stata sovvertita. In città si circola in auto su corsie di dimensioni ridotte al minimo, le auto non possono superare i 30 chilometri orari, hanno eliminato i parcheggi (riservandoli ai residenti), hanno implementato il trasporto pubblico (tutti si spostano in città con i mezzi pubblici o in bicicletta), hanno aumentato gli spazi calpestali riservati a pedoni e biciclette. le città sono più vivibili».

«Ieri sera abbiamo deciso di fare una passeggiata fino a via Tasso. I marciapiedi erano intasati di persone. Attraversare all’incrocio tra via San Bernardino e via Previtali/Baschenis, dove ci sono due passaggi pedonali, è pericolosissimo. Le auto transitano a gran velocità, i passaggi pedonali non sono rialzati, quindi le auto spesso non rallentano. Proprio lì, tra l’altro, attraversano spessi bambini delle scuole vicine. C’è da pregare Dio che non muoiano sotto un’auto».

«Nella maggior parte delle strade a libera circolazione, dove abbiamo camminato, 20 persone occupavano con le loro auto in coda tutta la via, mentre sui marciapiedi della stessa via si accalcavano centinaia di persone. Quasi tutti i metri quadrati della strada erano occupati da 20 persone (in auto) e centinaia di persone erano costrette a muoversi a piedi urtandosi. Non pensate che qualcosa non va a Bergamo?».

«In Olanda le città sono pensate per essere vissute e non per essere attraversate da automezzi. Nelle città prendono vita, infatti, sempre nuove iniziative culturali, imprenditoriali, artistiche. Più gente si trasferisce a vivere nelle città. La ricchezza collettiva cresce. È un circolo virtuoso. Finché a Bergamo non si tolgono le auto dalla città questo nuovo modello di sviluppo vincente non prenderà piede e continueremo a piangere per la crisi».

Lettera firmata

© RIPRODUZIONE RISERVATA