Spunta un altro morto, gli infetti salgono a 15

Il bilancio definitivo è di quattro decessi a Gazzaniga, due a Lovere, uno ad Alzano. L’ultimo caso il 3 agosto

Sono complessivamente sette i decessi segnalati dall’Asl di Bergamo alla Procura della Repubblica in relazione all’epidemia di «Clostridium difficile» sviluppatasi negli ospedali di Gazzaniga e di Lovere, epidemia che - complessivamente - ha interessato quindici persone. L’Asl ha inviato alla Procura un supplemento di documentazione che integra il primo esposto: alla fine si è aggiunto un altro decesso a Gazzaniga e, in totale, gli infetti sono passati da una decina a 15. Nella struttura ospedaliera della Val Seriana le morti che potrebbero essere messe in relazione alla presenza del batterio sono state quattro, mentre in quella dell’Alto Sebino due. Una, infine, quella registrata all’ospedale di Alzano. Dai primi accertamenti sembrerebbe che l’epidemia possa aver avuto origine nel reparto di Medicina dell’ospedale «Bolognini» di Seriate (in un caso in quello di Neurologia), dove sono stati ricoverati i pazienti poi trasferiti a Gazzaniga e Lovere. L’ultimo caso segnalato porta comunque la data del 3 agosto scorso, ciò vuol dire che la situazione è ormai sotto controllo.

«Per quanto ci riguarda - spiega il direttore sanitario dell’Asl, Claudio Sileo - siamo molto soddisfatti, perché possiamo considerare definitivamente rientrato l’allarme dei giorni scorsi. Le due settimane trascorse dall’ultima segnalazione di un paziente alle prese con il Clostridium difficile confermano che l’epidemia è ormai conclusa. Difficile che, con le precauzioni messe in atto, possa svilupparsi un nuovo focolaio d’infezione.

Anche i pazienti dimessi o trasferiti in altre strutture, come le case di riposo, sono costantemente tenuti sotto controllo grazie alla collaborazione dei medici di Medicina generale e a quelli in servizio nelle diverse strutture sanitarie dove sono stati trasferiti i malati. Da parte sua, l’azienda ospedaliera "Bolognini" si è mossa secondo le indicazioni ricevute, attivando il Comitato per le infezioni ospedaliere, distribuendo le linee guida, formando il personale, e i risultati si sono visti in poco tempo».

(19/08/2005)

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