Stadio, il prefetto concede un mese di tempo. Poi si rischia la chiusura

Un mese di tempo per decidere le sorti dello stadio di Bergamo. Lo ha concesso il prefetto, Cono Federico, dopo l’incontro del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è tenuto questa mattina.

Le alternative sul tappeto sono due: o il Comune darà il via libera al progetto presentato dal presidente dell’Atalanta Ivan Ruggeri (ristrutturazione del comunale, con quattro tribune coperte e un albergo), oppure si corre il rischio di arrivare ad interdire l’uso dello stadio.

Questa mattina si doveva fare il punto sullo stato dei lavori di adeguamento della struttura di viale Giulio Cesare alle nuove norme: lavori che - come noto - non sono mai partiti.

Palazzo Frizzoni - presenti gli assessori Misiani (Sicurezza) e Fornoni (Lavori Pubblici) - ha confermato che il Comune non ha i due milioni di euro che servono per gli interventi. Stessa risposta è arrivata dalle due società dell’Atalanta e dell’AlbinoLeffe. Resta quindi sul tappeto solo la proposta Ruggeri - quella di uno stadio sul modello di Marassi, a Genova - nel dettaglio della quale peraltro nessuno è ancora entrato.

Ecco perché il prefetto ha concesso un mese di tempo. Nel frattempo il Comune studierà la questione, costituendo tra l’altro un gruppo di lavoro specifico. Tra un mese, ha confermato il prefetto, si terrà un nuovo incontro del Comitato, presenti come oggi tutte le forze dell’ordine: se arriverà il via libera alla proposta del presidente dell’Atalanta, potrà essere concesso un periodo di transizione in attesa dell’avvio e del completamento dei lavori di ristrutturazione; in caso contrario il rischio di un’interdizione all’uso del comunale si farebbe reale. E per Atalanta e AlbinoLeffe inizierebbero nuovi problemi.

(06/10/2005)

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