L’Imu cambia nome, ecco la Tasi
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Cambia la forma, ma per le tasche dei cittadini contribuenti non la sostanza. I proprietari di una prima casa pagheranno la relativa imposta, come avvenuto nel 2012 per la prima casa e nel 2013 per la seconda. Non più l’Imu, ma la Tasi.

Cambia la forma, ma per le tasche dei cittadini contribuenti non la sostanza. I proprietari di una prima casa pagheranno la relativa imposta, come avvenuto nel 2012 per la prima casa e nel 2013 per la seconda. Non più l’Imu, ma la Tasi.

Lo ha deciso mercoledì 9 aprile la Giunta, riunita per l’approvazione dello «Schema di bilancio di previsione 2014» che tratta, tra le altre cose, i meccanismi di applicazione delle imposte sulla base delle indicazioni nazionali: «Il governo consente, per coprire le detrazioni, l’inserimento della Tasi al 2,5 per mille con la maggiorazione fino allo 0,8 per mille - commenta l’assessore al Bilancio Enrico Facoetti - abbiamo ritenuto di applicarla sull’aliquota della prima casa e non sulle seconde o sulle attività produttive già colpite dall’aliquota massima del 10,6%».

In soldoni, chi ha un’abitazione di proprietà (esclusi gli edifici di lusso, ville e castelli) dovrà versare il 3,2 per mille e potrà usufruire di alcune detrazioni, in particolare di 60 euro più 50 euro per ogni figlio con età inferiore ai 26 anni. Dunque, se la delibera di Giunta verrà confermata dal Consiglio comunale, non dovrebbero esserci sostanziali variazioni rispetto a quanto avvenuto nell’ultimo anno di pagamento dell’Imu, visti l’abbassamento dell’aliquota (dal 4 al 3,2 da conteggiare sempre sulla rendita catastale) e le detrazioni. Ma non è finita qui per i contribuenti del capoluogo. Per le seconde case o beni produttivi resta l’Imu al 10,6 per mille.

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