Test manipolati, anche l’Ue sapeva
In Italia un milione di auto coinvolte

La Commissione Ue aveva avvertito già due anni fa del rischio di manipolazione dei test sulle emissioni da parte delle case automobilistiche: a lanciare l’allarme, un rapporto del 2013 del suo Joint Research Centre che evidenziava i problemi posti dal defeat device, il dispositivo al centro dello scandalo Volkswagen.

Lo scrive il Financial Times, notando come né le autorità a Bruxelles, dotate di poteri limitati, né quelle degli Stati nazionali si siano attivate fino allo scandalo di questi giorni.

«Il pubblico ministero Guariniello sta utilizzando nell’indagine avviata sullo scandalo Volkswagen anche il reato di disastro ambientale, uno dei nuovi reati istituiti dalla legge sugli ecoreati. Si tratta di una delle prime applicazioni di questa legge, che si dimostra un utile strumento per contrastare la criminalità in campo ambientale e tutelare sia il nostro territorio che la salute dei cittadini». È quanto afferma Ermete Realacci, presidente della VIII Commissione Ambiente della Camera, commentando l’indagine avviata dal pm Guariniello sullo scandalo Volkswagen delle emissioni truccate.

«A lungo attesa - ricorda Realacci nella nota -, la legge sugli ecoreati è stata approvata a larga maggioranza dal Parlamento lo scorso maggio ed è un provvedimento che ha dato al Paese nuovi e più efficaci strumenti per combattere le ecomafie e le illegalità ambientali. Sono contento di essere stato il primo firmatario, insieme ai colleghi Micillo e Pellegrino, di questa legge che cambierà, e già sta cambiando, in meglio l’Italia».

«Si tratta di un colpo molto duro alla fiducia, un ingrediente fondamentale ma tra i più carenti durante la crisi»: lo ha sottolineato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, parlando dello scandalo Volkswagen. «Temo che ci siano conseguenze, mi auguro limitate, anche perché a catena ci potrebbero essere effetti sull’industria italiana», ha aggiunto. «Il problema non è solo tedesco, ma europeo» e «se la fiducia viene intaccata, sono a rischio gli investimenti».

Quanto ai numeri dello scandalo in Italia, Riccardo Nencini, viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, ha specificato: «C’è una previsione di massima che parla di un milione di auto coinvolte».

© RIPRODUZIONE RISERVATA