Torna l’orso killer: 5 pecore sbranate Gli alpeggiatori: «Abbiamo paura»

Ha sferrato il suo attacco alle tre di notte, quando il gregge era tranquillamente radunato per il riposo. Sotto i colpi terribili delle sue zampe sono morte quattro pecore, una quinta si è trascinata invano per qualche centinaio di metri cercando riparo.

Protagonista dell’incursione un orso che ha assalito il gregge di un pastore di Rovetta, Vittoriano Bonadei, in alpeggio nel Bresciano, a Esine, in località Rosellino, a circa 1.800 metri di quota. Tra gli alpeggiatori cresce la paura, è il secondo episodio ai danni di un pastore bergamasco nell’arco di poco più di un mese: il 23 giugno un orso di circa 200 chili infatti era entrato in azione sul passo di Maniva, al Pian della Pietra, una località tra la Val Trompia e la Val Sabbia.

In quell’occasione l’animale aveva abbattuto il recinto a protezione del gregge, sbranando sette capi tra capre e agnellini. I pastori erano riusciti ad allontanarlo con cani e bastoni, ma qualche ora più tardi il bestione è tornato sui suoi passi: ad accoglierlo però c’erano gli agenti della polizia provinciale di Brescia che hanno sparato in aria mettendolo in fuga.

Non è chiaro se a Esine abbia colpito lo stesso plantigrado di passo Maniva. Di certo deve trattarsi di un esemplare giovane, di circa tre anni, agile e robusto, capace di uccidere una pecora con poche zampate.

Sull’alpeggio di Rosellino l’allarme è scattato verso le sei di mattina, quando un collaboratore di Bonadei, giunto in quota per occuparsi del gregge - in tutto 1.245 capi - ha scoperto i resti dell’aggressione notturna: l’orso ha ucciso e sbranato quattro pecore. All’appello però mancavano diverse pecore, fuggite durante l’attacco.

Avvisati da Bonadei gli agenti del nucleo ittico-venatorio della polizia provinciale di Brescia, Gianmario Giacomelli e Gianluca Comegnini, sono saliti all’alpeggio per verificare l’accaduto, poi insieme a un cacciatore esperto munito di cane hanno seguito le tracce dell’orso. A circa seicento metri, nascosta tra i rovi, è stata trovata un’altra pecora in fin di vita, dilaniata dalle zampate e dai morsi del predatore. Uno degli agenti ha dovuto sopprimerla con un colpo di pistola.

(06/08/2005)

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