«Trasferitevi in Calabria, cerebrolesi»
Docente nella bufera in Università

«Trasferitevi in Calabria. Avrete un futuro scintillante di consigliori della ‘ndrina. Perché qui non c’è più posto per voi, cerebrolesi». Questo post è comparso nei giorni scorsi sulla bacheca di una docente di Diritto penale avanzato e Criminologia all’Università di Bergamo. Ma la docente nega: non l’ho scritto io.

«Trasferitevi in Calabria. Avrete un futuro scintillante di consigliori della ‘ndrina. Perché qui non c’è più posto per voi, cerebrolesi». Questo post è comparso nei giorni scorsi sulla bacheca di una docente di Diritto penale avanzato e Criminologia all’Università di Bergamo, provocando una polemica nella facoltà di Giurisprudenza.

Nella bufera è finita Alessandra Szego, professore associato di Diritto penale, il cui messaggio è rimasto visibile on line, sulla bacheca di «Ale» Szego, fino a mercoledì pomeriggio quando è stato poi cancellato.

In Università non si parlerebbe d’altro con studenti che criticherebbero il modo di rapportarsi della docente, spesso inappropriata nei confronti di altri ragazzi, intimando loro di «trasferirsi in Calabria». Un gruppo di studenti si sarebbe anche rivolto alla preside di facoltà, Barbara Pezzini, che sta cercando di fare chiarezza sulla vicenda.

La docente si è intanto però difesa dicendo di non aver mai scritto né visto, sulla sua bacheca, quel post.

«Quelle parole non le ho pubblicate io e non le ho nemmeno cancellate - ha detto la Szego, dichiarazione rirpesa da diversi siti internet -. Quel post non l’ho mai visto e, se voi l’avete visto, credo l’abbiano messo gli studenti che sono risultati insufficienti all’ultimo compito scritto, per una ritorsione nei miei confronti. Può darsi che i giovani abbiano preso un file caricato da me sul web mesi fa, quello del Sergente Hartman e, violando la mia password di Facebook, abbiano scritto una frase sopra quel video che mi fa tanto ridere...». La docente non denuncerà l’episodio. «Insegno penale e so benissimo come vanno a finire queste cose, conosco i tempi dell’azione giudiziaria - commenta Szego -. E poi che faccio: una denuncia contro ignoti? A che servirebbe? Voglio anche tutelare l’università e non mi va di mettere nei guai con un processo dei ragazzotti».

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